Regia di Kevin Costner vedi scheda film
Diamo sicuramente il bentornato a K. Costner che dopo alcune prove attoriali poco riuscite e aver perso tempo a camminare in una "valleverde"... ritorna in piena forma con "Terra di Confine", che lo vede protagonista nelle vesti di produttore e regista oltre che di attore. E' bene dire che il suo nuovo piccolo grande western non ha il respiro epico di "Balla coi lupi". In esso non vi ritroviamo lupi e tantomeno indiani, ma solo quattro semplici mandriani. Capeggiati dall'anziano Boss Spearman e dal fido pistolero Charley Waite, mentre bivaccano con la loro mandria nelle vicinanze di un anonimo paese, rimangono loro malgrado coinvolti in una sorta di guerra privata contro il tiranno locale, che prima li minaccia e poi li attacca, (splendida l'immagine dei banditi mascherati immobili sulla collina) uccidendo uno dei loro due apprendisti e ferendo gravemente quello più giovane. E allora ...non rimane che farsi giustizia, in una sfida finale infernale di notevole impatto, grazie anche a straordinari effetti sonori, con i colpi di pistola che sembrano colpire anche noi spettatori. Un western classico quindi, che ci racconta di un'amicizia virile e di un'inevitabile vendetta, fatto di splendide immagini dei grandi spazi del west, volutamente lento (forse un po' troppo) nell'indugiare su piccoli ma importanti dettagli, quali la pioggia battente che rende quasi impossibile l'uso dei carri, devasta le praterie e riduce ad un vero fiume di fango difficile da attraversare le vie del villaggio, teatro dello scontro finale. Ma anche coraggioso nel voler raccontare una delicata storia d'amore tra Costner, il nostro taciturno eroe con un brutale passato da riscattare, e la non più giovane ma sempre affascinante A. Bening, fiera e tenace sorella del medico del villaggio, vera degna erede della miglior K. Hepburn.Qui pero' Costner, e lo dico con affetto, sbaglia ingenuamente la scena della "dichiarazione",cinematografica ma veramente poco credibile.Un western che ci regala soprattutto un magnifico R. Duvall, il saggio e indomito "Gelsomino" Boss, ceratmente in uno dei ruoli più belli della sua lunga carriera. Purtroppo Costner non si sofferma con la stessa efficacia anche sugli antagonisti dei nostri protagonisti, che hanno ben poco spessore ed interesse. Siamo ben lontani per intenderci dal perfido Hackman de "Gli spietati". Ma ciononostante "Terra di Confine" rimane il western più onesto e riuscito da molti anni a questa parte.
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