Regia di Kevin Costner vedi scheda film
Kevin Costner decide di riaffrontare il western come regista (tredici anni dopo il successo di Balla coi Lupi) e questa volta lo fa confrontandosi con i mostri sacri del genere, senza paura e senza timori reverenziali.
E il risultato, diciamolo senza mezzi termini è ottimo, la rilettura di un genere proposto all'interno di quelle che sono le sue coordinate storiche, senza modernismi o altri vezzi, puro western come era quello di John Ford.
Epico e romantico, Open Range – Terra di confine, è la storia di un gruppo di cowboy che vive la propria libertà di allevatori senza fissa dimora, finendo però per incrociare un losco affarista che tiranneggia con i suoi aguzzini una piccola cittadina.
Siamo, come è facile intuire, nei territori del western più classico, quello della lotta fra buoni e cattivi, delle sfide all'ultimo sangue e delle sparatorie senza quartiere.
Siamo insomma sui sentieri già tracciati dai classici del genere, a partire dalle pellicole di John Wayne (il cui fantasma aleggia sulle immagini e, soprattutto, sui caratteri dei protagonisti) per arrivare allo splendido Il Mucchio Selvaggio.
E proprio con il capolavoro di Sam Peckinpah mi azzardo a fare un paragone: se quel bellissimo film aveva in qualche modo posto un punto finale al western classico, questo Open Range riesce all'opposto a rivitalizzare il genere.
Grandi meriti di tutto questo, oltre che al regista (cui il genere è - evidentemente - assai congeniale), vanno dati ai tre straordinari protagonisti: Robert Duvall nei panni del capo dei cowboy, Boss Spearman, in una delle sue interpretazioni migliori, Annette Bening, fantastica nel saper donare fascino al personaggio di Sue, donna dall'aria sciupata di chi ha condotto una vita non facile sulla frontiera, ma che nonostante tutto ha saputo mantenere la sua eleganza e la sua grazia, ed infine lo stesso regista, Kevin Costner, ovvero Charley Waite, il miglior amico di Boss, cowboy dai modi rudi dietro i quali nasconde un passato oscuro di pistolero, inevitabilmente attratto dalla bella Sue (la quale di fronte alla timidezza dell'uomo, nascosta da un carattere ruvido come l'ambiente in cui vive, saprà prendere l'iniziativa).
Come nei migliori western si arriverà alla resa dei conti finale nella quale anche i pacifici cittadini oppressi troveranno la forza di ribellarsi, e al cui termine Charley troverà modo di oltrepassare i limiti della propria scontrosità per dichiarare a Sue i propri sentimenti.
Una grande pellicola, consigliatissima a chi è cresciuto col mito del vecchio West e a chi annovera The Duke tra i suoi numi tutelari.
Quattro stelle e mezza!
Charley (Kevin Costner): “Non so cosa vada detto e cosa no...Vedi io non sono quello che credi Sue ho commesso delle azioni di cui non vado orgoglioso”
Sue (Annette Bening): “Io ho sempre sperato che arrivasse un uomo gentile e premuroso. Gli anni passano e si muore dentro ogni giorno. Le tue speranze cominciano a svanire e non ti ricordi più quali fossero. L'ho visto chi sei Charley, come ti occupavi del ragazzo e il rispetto che hai per Boss. Piccolissime cose ma abbastanza per una donna che osserva.”
Bravi tutti e tre i protagonisti, ma Duvall è stratosferico. Un grandissimo attore, qui forse al suo meglio.
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