Da sempre interessato alle "pratiche basse" e ai punti di vista eccentrici, Imamura sceglie di accostare la soggettività delle confidenze e delle memorie narrate dalla tenutaria di un bar (ed ex prostituta) all'oggettività degli eventi storici verificatisi nel suo Paese dopo la fine del secondo conflitto mondiale.
All'alba degli anni '70 il miglior cinema giapponese è in crisi: tanto per non citare che i più grandi, Mizoguchi è morto alla metà degli anni '50, l'ultimo film di Ozu risale al 1962 (e nel 1963 anche l'autore del Viaggio a Tokyo se n'è andato) e Kurosawa, dopo Anatomia di un rapimento (1963), ha realizzato Barbarossa (1965), il famoso «capolavoro… leggi tutto
All'alba degli anni '70 il miglior cinema giapponese è in crisi: tanto per non citare che i più grandi, Mizoguchi è morto alla metà degli anni '50, l'ultimo film di Ozu risale al 1962 (e nel 1963 anche l'autore del Viaggio a Tokyo se n'è andato) e Kurosawa, dopo Anatomia di un rapimento (1963), ha realizzato Barbarossa (1965), il famoso «capolavoro…
Un modo per ricordare il grande Imamura da poco scomparso e' vedere questo bel film che riesce a raccontare la storia del dopoguerra giapponese attraverso le vicende private di una donna straordinaria. Un sapientissimo intreccio tra fatti privati ed eventi pubblici.
In Giappone mi sono reso conto che mai niente è come me lo immagino. In Giappone c’è un sosia di Willem Defoe (e chi l’avrebbe mai detto?). In Giappone ci sono due pakistani (o presunti tali). In Giappone non ho…
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Commenti (1) vedi tutti
istruttivo e stimolante per chiunque sia appassionato di storia nipponica e non solo
commento di iena