Regia di Mario Siciliano vedi scheda film
Anna ormai è cresciuta e si sente pronta per affrontare i primi pruriti sessuali; la puritana famiglia, padre in testa, la tiene però sotto chiave, nella convinzione che una ragazza per bene debba arrivare vergine al matrimonio. Anna, senza troppa fatica, scopre che tutti i suoi parenti sono in realtà maniaci sessuali e decide perciò di divertirsi a sua volta come e con chi meglio crede.
Luca Delli Azzeri, autore di soggetto e sceneggiatura, nonchè regista: chi era costui? Trattasi di Mario Siciliano, disastroso mestierante di serie Z, attivo fra gli anni Settanta e la prima metà degli anni Ottanta e capace di licenziare 22 pellicole in quindici anni circa. Naturalmente, come si sarà intuito, la qualità era il suo punto forte: la qualità mancante, si capisce; se la maggior parte dei suoi parti artistici sono commediole erotiche o addirittura pornografiche (verso fine carriera), questo Una vergine in famiglia non fa assolutamente eccezione alla regola e si propone anzi come l'ennesimo rimaneggiamento dei tipici luoghi comuni della commedia scollacciata provinciale nostrana. Una trama a dir poco blanda e un cast modesto, tutto sommato neppure pessimo, sono gli ingredienti con cui Delli Azzeri / Siciliano cucina la sua insipida pietanza (che, a dire il vero, manca pure di peperoncino, nonostante i presupposti della storia); fra gli attori vale la pena di segnalare Giorgio Ardisson, Gianni Dei, Femi Benussi, Enzo Andronico, Carla Calò e la protagonista Franca Gonella. Il regista tornerà qualche mese più tardi con La campagnola bella (1976), dal cast in gran parte identico: non è difficile ipotizzare che le due pellicole siano state girate senza soluzione di continuità, o addirittura in contemporanea, usanza tipica dei prodotti al superrisparmio. 2/10.
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