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Una vergine in famiglia

Regia di Mario Siciliano vedi scheda film

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La recensione su Una vergine in famiglia

di undying
6 stelle

Controverso dramma familiare che tocca, solo marginalmente, la commedia (men che meno sexy). Massacrato ingiustamente dalla censura in due diversi contesti, resta di fatto il miglior film di Mario Siciliano.

 

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Roma. I componenti della rispettabile famiglia Vicini nascondono, in realtà, comportamenti dissoluti. Il capofamiglia Alessandro ha una relazione con la sua segretaria, mentre la moglie frequenta intimamente un parroco. Differente poi è l'educazione impartita ai due figli: mentre Luca (Luis La Torre) vive con assoluta disinvoltura esperienze sessuali, ad Anna (Franca Gonella) è imposto un assoluto rigore. Anna inizia a manifestare sintomi di insofferenza per la situazione familiare, tanto che il padre decide di inviarla a trascorrere alcuni giorni in campagna, presso la zia Francesca (Carla Calò). Qui viene raggiunta dal fidanzato Marco (Gianni Dei), ma ben presto finisce al centro delle attenzioni dello zio Oreste (Enzo Andronico), motivo per cui Francesca decide di rimandarla a casa. Anna però non vuole più tornare dai genitori, quindi finisce in Calabria, ospite di Eva (Ester Carloni), la nonna di Marco. Quando scopre che il fidanzato è attratto dalla governante Rosina (Femi Benussi), torna nuovamente a Roma, per farsi ospitare dall'amico Roberto. Qui, inaspettatamente, perde la verginità cedendo al fascino del maturo padre di Roberto, Ivan (Giorgio Ardisson).

 

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Una vergine in famiglia (1975): scena

 

Produzione "Matheus Film" che presenta in sostanza lo stesso cast tecnico e artistico del successivo La campagnola bella (1976). Musiche di Carlo Savina, regia e sceneggiatura di Mario Siciliano (accreditato come Luca Delli Azzeri) e volti più o meno celebri del cinema italiano. Questa volta la Gonella a tutti gli effetti è protagonista ma, a differenza di quello che il titolo potrebbe far pensare, più che d'una commedia sexy si tratta di un dramma borghese, dalle forti venature critiche contro coloro che, declamando valori etici e morali, di fatto sguazzano nella promiscuità e nell'edonismo più sfrenato. La sceneggiatura, articolata e ben scritta, propone una storia in evoluzione, con riusciti cambi di location e una serie di personaggi secondari i cui caratteri appaiono ben sviluppati. Forse è l'opera migliore di Mario Siciliano, che sorprende per le avverse circostanze cui è andata incontro: illogiche revisioni cinematografiche di censura e una denuncia per "atti osceni" alla protagonista, Franca Gonella, conclusa con una sentenza a quattro mesi di reclusione (con la condizionale) [1]. Sentenza immeritata a cui l'attrice, l'anno seguente, è nuovamente destinata, quando prende parte alla realizzazione della commedia diretta da Alfredo Rizzo: La bolognese. Girato a basso costo, ghettizzato senza valide argomentazioni dalla critica del tempo e da (re)censori prevenuti, Una vergine in famiglia non meritava d'essere trattato in così ingiusta maniera.

 

Franca Gonnella

Una vergine in famiglia (1975): Franca Gonnella

 

La trappola della censura [2]

 

Non sono chiari i motivi per cui i censori abbiano dato esempio, in questo specifico caso, di cieco e irrazionale atteggiamento. Sostanzialmente il film è molto contenuto sul versante erotico e racconta una storia che, per quanto in parte polemica, non arriva a sconvolgere più di tanto. Non, almeno, se confrontata con titoli d'autore ben più scandalosi (tipo alcune delle precedenti opere di Bertolucci o Pasolini). Certo, qui firma Mario Siciliano, un nome evidentemente inserito nell'agenda nera dei prevenuti e oscurantisti censori dell'epoca. Una vergine in famiglia è stato sottoposto a ben due commissioni di revisione cinematografica. Nella prima, del 7 ottobre 1975 (nulla osta n. 67201), è stata imposta la totale eliminazione di due scene:
1) amplesso tra il fratello della protagonista e la cameriera;
2) amplesso tra Anna e il suo fidanzato.

Quindi gli è stato attribuito anche il divieto ai minori, verbalizzato con il seguente parere:

"La Commissione (...) visionato i tagli ed accertato che corrispondono a quanto disposto esprime all'unanimità parere favorevole alla concessione del n.o. di proiezione in pubblico con il divieto di visione per i minori degli anni 18 perchè la vicenda intesa a rappresentare gli effetti sul piano psicologico e sentimentale della ipocrita società del padre e dell'assenteismo di entrambi i genitori nei confronti della figlia, mostra il quadro di una famiglia mancante di senso morale e di legami affettivi e costituisce l'occasione per descrivere con insistenza e spesso con grave erotismo una serie di rapporti sessuali, sicchè il film nel suo complesso e in diverse sequenze, appare atto a turbare la particolare sensibilità dei minori."

 

Passano gli anni e una nuova distribuzione home video è costretta ad imbattersi nella seconda revisione. Per il nulla osta n. 102742 del 6 ottobre 2009, le dichiarazioni dei (poco) moderni censori, riportate a verbale, rasentano la follia: 

"I componenti della commissione dichiarano sotto la propria responsabilità di non essere né direttamente né indirettamente interessati al film in questione. Al termine la commissione esprime all'unanimità parere favorevole per la concessione del nulla osta di proiezione in pubblico, con il divieto per i minori di anni 14. La commissione ha preso atto dei due tagli riguardanti scene di sesso e della persistenza di altre scene non funzionali al senso della narrazione. Oltre alle scene erotiche, la storia rimane poco edificante trattandosi, come ha rilevato la precedente commissione, di una famiglia disattenta verso le figlie e priva di moralità. Pertanto la commissione ritiene di dare un divieto per i minori di anni 14."

 

2630 metri di pellicola (oltre 96 minuti), si riducono così a 2220 (81 minuti): quello che circola oggi del film. Al di là delle opinioni personali, dettate da gusti e legittimi pareri, l'ingiustizia compiuta nei confronti dell'opera, e degli autori stessi, è palese. Ogni valutazione, anche quella più obiettiva, non potrà mai essere riferita al lungometraggio originale, mancando all'appello 15 minuti.

 

NOTE

 

[1] Non solo la Gonella e Mario Siciliano ebbero problemi. Sulle pagine di "Cine'70", ricordava Femi Benussi:

"Tutto il cast venne condannato. Ma penso che fu tutta pubblicità se siamo stati mandati a giocare a carte in prigione. Questi film erano gogliardate e questa sentenza era probabilmente dovuta a qualche pretore che si era svegliato male dal letto."

 

[2] Informazioni estrapolate dal sito "Italia Taglia".

 

Franca Gonnella

Una vergine in famiglia (1975): Franca Gonnella

 

"E la verginità, la vostra buona vecchia verginità, somiglia tanto a quelle pere vizze di Francia, brutte fuori e dentro acide."

(William Shakespeare)

 

scena

Una vergine in famiglia (1975): scena


Una vergine in famiglia (Mario Siciliano, 1975)

(Film disponibile su YouTube. Video soggetto a limiti d'età)

 

F.P. 22/04/2022 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 80'56")

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