Regia di Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) vedi scheda film
Interessante decamerotico che anticipa le buone qualità artistiche di cui Massaccesi era dotato, anche in ruolo di regista (e non solo operatore o tecnico della fotografia). Uno degli esemplari del filone tanto apocrifo quanto scorrevole e piacevole da vedere ancora oggi a distanza di oltre 45 anni.
Tardo medioevo. Tre vicende di mogli adultere si intrecciano mentre un gruppo di frati si dirige verso un convento femminile.
Le due cognate (*1/2)
Mentre il più anziano marito (Attilio Dottesio) parte per un lungo viaggio di affari, la giovane sposa Antona (Maria Piera Regoli) ospita nel letto un prestante scultore. Il rientro anticipato del capofamiglia e, a seguire, della sorella che scopre la tresca, conduce il giovane sull'orlo dell'esaurimento (fisico).
Fra' Giovanni (**1/2)
Tonia (Enza Sbordone) induce in tentazione padre Giovanni (Ari Hanow) raccontando, in confessionale, piccanti dettagli della sua vita sessuale. L'uomo di Chiesa, ormai completamente invaghito della graziosa sposina, si presta a soddisfarne ogni desiderio, riempiendola di regali, fino ad arrivare a darle denaro (espropriato dalle casse della beneficenza) pur di giacere con lei.
Lavinia e Lucia (**1/2)
Lavinia (Marzia Damon) è sposata con il più anziano Galiberti (Antonio Spaccatini): uomo avido ed interessato unicamente al denaro. Quando quest'ultimo parte per Roma -per concludere un favorevole acquisto- chiede che una donna di compagnia resti accanto alla moglie. All'occasione assume Lucia, in realtà Fulvio (Stefano Oppedisano) travestito da donna con l'intenzione di giacere nel letto della bella Lavinia.
L'anno prima fu Pasolini: con il suo Decameron diede l'avvio ad una figliata di pellicole (più o meno riuscite) orientate al genere "commedia sexy (s)costumata" in seguito definita con il termine di "Decamerotico". Ispirate (vagamente) dagli scritti di Boccaccio, Masuccio Salernitano (per il suo anticlericale Novellino) e l'Aretino, autori che spesso figurano pure nei coloriti titoli.
In questo caso Aristide Massaccesi dirige interamente il film, ma per non compromettere la sua attività di operatore e tecnico della fotografia lascia firmare la direzione all'aiuto regista e co-sceneggiatore Romano Scandariato (con lo pseudonimo di Romano Gastaldi). Quello stesso anno farà la stessa cosa anche in altre due pellicole, di diverso genere: Scansati... a Trinità arriva Eldorado e Un bounty killer a Trinità.
Qui le referenze sono da individuare nel filone cagionato dal successo del già citato Decameron pasoliniano anche se, a differenza degli altri titoli, non vengono tirati in ballo letterati o scrittori ai quali, generalmente, negli altri casi sono state attribuite influenze sulla (più o meno fedele) sceneggiatura.
Pur essendo un lavoro sperimentale, Sollazzevoli storie... risalta rispetto alla media di altri titoli appartenenti al genere. Non tanto per contenuti erotici (assai limitati data l'epoca) quanto per la bella messa in scena, resa tale dalla valida fotografia e da una dinamica regia che qui è supportata anche da una colonna sonora che propone un motivo demenziale, ma estremamente orecchiabile grazie alla professionalità dell'orchestra diretta dal maestro Pregadio (proprio quello dello show televisivo La corrida).
Curiosità
Tra il primo e il secondo episodio un frate (intravisto nel gruppo all'inizio e presente anche in chiusa) osserva una suora mentre si spoglia (assai pudicamente e con intenzione solo suggerita): mentre recita il Mea culpa si gira mostrando, sotto l'abito, una erezione disumana. Quel frate è impersonato dallo stesso regista, ovvero Massaccesi.
Curiosità 2
Il titolo di lavorazione era molto più raffinato: Novelle grasse et sollazzevoli historie. Non piacque al produttore di cognome Gaudenzi, in burla del quale il titolo definitivo cita appunto mogli "gaudenti".
Curiosità 3
Nel secondo episodio appare una scena che stona con il clima da commedia dell'intera pellicola. Fra' Giovanni esegue un'automutilazione (solo suggerita e quindi implicita) che diventa cifra stilistica del regista, comparendo più volte (ad esempio ne Le notte erotiche dei morti viventi o in Sesso nero).
Enza Sbordone (aka Francesca Romana Davila): sul set per caso
Enza Sbordone, qui al suo debutto cinematografico, divenne presenza fissa dei decamerotici .
Ricorda in merito Romano Scandariato, coinvolto nel duplice ruolo di sceneggiatore ed aiuto regista per Sollazzevoli storie di mogli gaudenti e mariti penitenti:
"Stavamo girando il secondo episodio e avevamo trovato una ragazza che a me e ad Aristide era sembrata carina, finché non si era spogliata per una scena in cui doveva, credo, lavarsi in una tinozza: aveva dei seni cascanti, la cellulite... insomma, era proprio un disastro!
Che facciamo che non facciamo ... la scena dovevamo girarla entro la giornata e non sapevamo assolutamente che pesci pigliare.
Caso vuole che proprio quel giorno una specie di agente, che si occupava di trovare le attrici, venisse nel posto dove giravamo insieme a una ragazza napoletana, la Sbordone, che aveva acchiappato non so dove...
Io prendo lei in disparte, le spiego per sommi capi il ruolo, le dò il copione e le dico:
"Hai un quarto d'ora di tempo per imparare le battute di questa scena? Se ce la fai ti diamo il ruolo..."
Ovviamente prima ci eravamo sincerati che non avesse gli stessi problemi dell'altra... e non li aveva per niente, anzi...
Ma la vera sorpresa fu constatare la facilità con cui aveva mandato a memoria le battute e la naturalezza con cui le recitava...
Insomma, non solo la prendemmo immediatamente per quel film, ma la portammo avanti, facendole fare altre cose anche nel secondo decamerone (Novelle licenziose di vergini vogliose, n.d.r.) e ne Il plenilunio delle vergini, con il nome d'arte - che credo inventai io - Francesca Romana Davila."
La Sbordone, dopo aver presenziato nei due film di Massaccesi, apparve anche in Canterbury proibito, ne I giochi proibiti de l'Aretino Pietro, e infine per Gli altri racconti di Canterbury interpreta il ruolo dell'infedele Elena, costretta dal marito ad indossare un singolare costume.
Fonte delle dichiarazioni di Scandariato: Nocturno Cinema
Padre superiore
Testo della canzone sui titoli d'apertura e chiusura del film
Padre padre padre superiore,
tu che ci guidi con pio fervore...
Padre padre padre illuminato,
i nostri cuori difendi dal peccato...
Amen
Fisso alla meta,
lo sguardo da asceta,
mostra al tuo gregge,
la fulgida legge,
santa e divina,
che apre la china del cielo...
Tu che ci sproni
ad essere buoni,
tu che ci esorti
ad essere forti,
contro il maligno
lo scudo è innalzato della virtù...
Padre padre padre superiore
la penitenza è il pane del tuo cuore...
Padre padre padre venerato
per quel che hai fatto che tu sia beato...
Padre padre padre superiore
tu che ci guidi con pio fervore....
Padre padre padre illuminato
i nostri cuori difendi dal peccato...
Amen
Fisso alla meta,
lo sguardo da asceta,
mostra al tuo gregge,
la fulgida legge,
santa e divina,
che apre la china del cielo....
Tu che ci sproni
ad essere buoni,
tu che ci esorti
ad essere forti,
contro il maligno
lo scudo è innalzato della virtù...
Padre padre padre superiore
la penitenza è il pane del tuo cuore...
Padre padre padre venerato
per quel che hai fatto che tu sia beato...
Amen... amen.
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