Regia di Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) vedi scheda film
L'esordio da regista per Joe D'Amato è talmente brutto che richiede già dal titolo del film uno pseudonimo dietro cui nascondersi: Sollazzevoli storie (etc.) è infatti noto anche come Decameron n° 69, tanto per chiarire fin dal titolo l'ironia in punta di fioretto che contraddistingue questo prodotto. Dopo il Decameron di Pasolini, dell'anno precedente, per circa tre anni prosegue senza sosta il filone 'boccaccesco', portato avanti dal cinema italiano di serie Z (a dimostrazione dell'ennesima interpretazione errata, sbrigativa di un'opera pasoliniana): uno fra i primi lavori su tale scia è proprio questo e francamente sembra già uno degli ultimi. Ispirazione scarsissima (nulla, anzi, si può tranquillamente dire), battute di livello infimo, attorucoli semidilettanti (non c'è un solo nome degno di nota in tutto il cast) e soprattutto tanta trivialità gratuita. D'Amato ancora si faceva chiamare con il suo vero nome (Aristide Massaccesi), ma solamente per i crediti della sceneggiatura e della fotografia; alla regia risulta infatti esserci un altro dei suoi pseudonimi, cioè Romano Gastaldi. Di questo filmaccio non c'è alcunchè da ricordare, se non il tema portante, una specie di stornello simil-brancaleonesco scritto da Franco Salina, con la direzione musicale di Roberto Pregadio, anni più tardi noto volto televisivo. 1,5/10.
Novelle boccaccesche: mogli ninfomani che tradiscono mariti brutti e vecchi con aitanti servitori o addirittura servitrici, che però sono in realtà uomini camuffati da donna e così via...
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