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I cugini

Regia di Claude Chabrol vedi scheda film

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La recensione su I cugini

di emmepi8
8 stelle

 
Chabrol alla sua seconda esperienza, dopo l'esordio di Le Beau Serge che storicamente è ritenuto l'esordio de La Nouvelle Vague, è trascorso solo un anno ma Chabrol insiste su una situazione sociale di giovani che attraversano un momento di crisi intellettuale e generazionale, i giovani che provengono dal dopo guerra e che si confrontano con la vecchia generazione, contestandone gli ideali. Un quadro significativo e con un dualismo che ci porta discretamente nel mezzo del problema, riuscendo anche a definire bene il mondo provinciale e più esposto in contrapposizione con la gioventù metropolitana, sull'orlo del collasso, ma che riesce sistematicamente a sopravvive sulle maceria create, è un po' un ribaltamento della storia del film precedente. Chabrol ha già tutti i germi della critica ironica ed anche amara che nel proseguo sarà il suo pezzo forte, le scene della festa in casa sono basilari e ben fatte per dimostrare questo, il regista supera alla grand le difficoltà di una situazione corale, venendone bene fuori in maniera più che efficace, il tratto finale è da manuale, potandoci in un terreno drammaticamente perfetto Le libertà che questa corrente cinematografica nuova propone ci sono tutte e ben distribuite nella storia e la generazione che resterà negli annali storici del cinema semina i titoli che fanno la bandiera di questo cinema: Godard con Fino all'Ultimo respiro, Truffaut con I 400 Colpi. La censura italiana intervenì cambiando tramite il doppiaggio la presenza di un italiano e tagliando anche alcune scene, ma fortunatamente ho potuto vedere il film in versione originale.

Sulla trama

Un dualismo che drmmaticamente arriva al suo epilogo

Su Claude Chabrol

Ammirando  da sempre questo regista, cerco di recuperare i suoi esordi e la cosa mi interessa ancora di più. Si vede in  un ruolo minore quella che diventerà la sua prima musa e  seconda moglie Stephane Audren

Su Gérard Blain

Attore qui  efficace,  peccato che il suo percorso non fu lungo ed ebbe delle ottime esperienze anche in Italia, approfittando delle allora proficue coproduzioni italo francesi

Su Jean-Claude Brialy

singolarlamente pittoresco, molto meglio in questi suoi inizi

Su Juliette Mayniel

affascinante, e prometteva molto bene, ma venendo in Italia si lasciò molto andare e diventerà la madre di Alessandro Gassman

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