Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
La storia è ben scritta e diretta, con due interpreti di assoluto valore come Gerard Blain e Jean-Claude Brialy; la sostanza di fondo è però impressionantemente poca - e questo, sia chiaro, depone a favore di Chabrol e dei suoi attori, che sono riusciti a farne un film intenso e scorrevole. Si tratta infatti di una paraboluccia esile esile sull'eterno scontro fra bene e male, fra ingenuità e malizia, fra sincerità e menzogna, fra carità e profitto. Due volti umani contrapposti ed un solo possibile esito, che è palese fin dall'inizio: sarà il più forte ad imporsi ed a sopraffare il più debole ed indifeso. Si parteggia inevitabilmente per Charles, ma è innegabile il fascino cupo di Paul; Chabrol è agli esordi (il suo primo film risale all'anno precedente, cioè Le beau Serge, dal quale sono confermati i due protagonisti) e già mostra buone capacità sul profilo narrativo ed una propensione alle tinte fosche. Piacevole. 6/10.
Per studiare, Charles si trasferisce dai sobborghi in città, a casa del cugino Paul. Il primo è timido, introverso, disciplinato; il secondo scapestrato e menefreghista. Quando Charles si innamora di una ragazza, Paul immediatamente la fa sua; l'insofferenza si tramuta in odio e, bocciato perfino all'esame che aveva preparato con tanta cura, Charles decide di vendicarsi sul cugino.
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