Trama
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- Orso d'Oro al Festival di Berlino 1959
Regia di Claude Chabrol
Con Gérard Blain, Jean-Claude Brialy, Juliette Mayniel, Claude Cerval Vedi cast completo
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Trasferitosi a Parigi dal cugino Paul (Brialy) ,persona gaudente e fannullona,il timido Charles ( Blain) si innamora di Florence ( Mayniel) che pero' finisce nelle braccia di Paul.Un melodramma gaio dove la tecnica e lo stile di Chabrol proseguono sulle orme del suo primo lavoro ,con gli stessi attori, perfettamente aderenti all'atmosfera del film e con una buona continuita' di… leggi tutto
L’anno è il 1958, e questa è la seconda prova registica di Claude Chabrol, dopo la quasi contemporanea pellicola d’esordio (“Le beau Serge”) con la quale condivide persino i due interpreti principali (Gérard Blain e Jean-Claude Brialy). Entrambi i titoli fanno infatti parte del novero di pellicole alle quali si ascrivono i meriti della nascita della Nouvelle Vague (Truffaut, Godard… leggi tutto
Di Chabrol sono sicuro di aver visto qualche pellicola decine di anni fa ma scorrendo la sua filmografia mi viene alla mente ben poco. E allora è solo per sentito dire che lo considero da…
leggi tuttoIl titolo (forse un po' troppo altisonante) di questa playlist ne racchiude il suo scopo: catalogare alcune opere meritevoli (sia classiche che moderne) le quali, per un motivo o per un altro, rischiano di rimanere…
leggi tuttoTrasferitosi a Parigi dal cugino Paul (Brialy) ,persona gaudente e fannullona,il timido Charles ( Blain) si innamora di Florence ( Mayniel) che pero' finisce nelle braccia di Paul.Un melodramma gaio dove la tecnica e lo stile di Chabrol proseguono sulle orme del suo primo lavoro ,con gli stessi attori, perfettamente aderenti all'atmosfera del film e con una buona continuita' di…
leggi tuttoChabrol alla sua seconda esperienza, dopo l'esordio di Le Beau Serge che storicamente è ritenuto l'esordio de La Nouvelle Vague, è trascorso solo un anno ma Chabrol insiste su una situazione sociale di giovani che attraversano un momento di crisi intellettuale e generazionale, i giovani che provengono dal dopo guerra e che si confrontano con la vecchia generazione, contestandone gli…
leggi tuttoNella vita di molte persone il legame con i cugini può definirsi più stretto di quello che si ha normalmente con i fratelli, specialmente da adolescenti. Quanti di noi hanno…
leggi tuttoLe solide fondamenta su cui è stato costruito il mio Tempio cinefilo furono scavate nel quinquennio 1955 - 1960, corrispondente alla mia adolescenza , anni in cui il cinema fu componente essenziale della vita…
leggi tuttoLa cultura cinematografica francese del dopoguerra fu un caso esemplare di fermento intellettuale e si estrinsecò in dibattiti nei cineclub( che… segue
La storia è ben scritta e diretta, con due interpreti di assoluto valore come Gerard Blain e Jean-Claude Brialy; la sostanza di fondo è però impressionantemente poca - e questo, sia chiaro, depone a favore di Chabrol e dei suoi attori, che sono riusciti a farne un film intenso e scorrevole. Si tratta infatti di una paraboluccia esile esile sull'eterno scontro fra bene e…
leggi tuttoL’anno è il 1958, e questa è la seconda prova registica di Claude Chabrol, dopo la quasi contemporanea pellicola d’esordio (“Le beau Serge”) con la quale condivide persino i due interpreti principali (Gérard Blain e Jean-Claude Brialy). Entrambi i titoli fanno infatti parte del novero di pellicole alle quali si ascrivono i meriti della nascita della Nouvelle Vague (Truffaut, Godard…
leggi tuttoPellicola interamente incentrata sul contrasto tra due estremi opposti: da un lato, la perniciosa dissolutezza metropolitana, incarnata dalla figura gigionesca di Paul, e, dall'altro, l'ingenua arretratezza della provincia, impersonata da Charles, certo più virtuosa, anche se ancorata a valori ormai fuori dal tempo, e dunque votata alla sconfitta. Il film è impeccabilmente costruito dal…
leggi tuttoSolo grazie all’ultimo numero di Film tv adesso in edicola ho appreso che Jean Claude Brialy non è più fra noi. Non so se la circostanza mi era sfuggita a causa di una mia accentuata disattenzione (in questi ultimi…
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Commenti (2) vedi tutti
Come già nella sua opera d’esordio Chabrol inserisce anche qui evidenti riferimenti iconografici mutuati dal cinema di Hitchcock che rimarrà sempre il nome più attinente anche per i successivi sviluppi della sua carriera di autore. Qui la contrapposizione è fra due personalità divergenti, due cugini, così diversi da risultare persino incompatibili.
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792Secondo lavoro di Chabrol,che prosegue il gia' positivo esordio,con gli stessi attori.Orso D'Oro a Berlino.
leggi la recensione completa di ezio