Regia di Piero Regnoli vedi scheda film
Nel medioevo quattro donne sono trascinate in tribunale per diversi motivi. Ecco così che raccontano le loro storie, fatte di amanti segreti, mariti cornuti, servette ninfomani, suore tutt'altro che caste e di mille stratagemmi per accoppiarsi in ogni dove con chiunque, salvando l'apparenza morale.
"Tratto dai ragionamenti di Pietro l'aretino, sceneggiatura di Piero Regnoli"; il pretesto è il solito: trasporre sul grande schermo qualche novella erotica dal vago odore letterario, per poter imbastire una commediola scollacciata da due soldi (di budget, ma anche metaforicamente di valore artistico), arrangiata alla meglio con mezzi miseri e ancor meno doti artistiche. Piero Regnoli è già abbastanza noto per avere (più che altro) scritto e (già meno) diretto una buona serie di pellicole alimentari di scarso interesse e successo perfino minore; da questo momento in avanti la sua carriera abbraccerà una netta svolta erotico-pornografica che lo consegnerà all'immortalità per titoli come Giochi carnali, Laura oggetto sessuale, Morbosamente vostra e via di questo passo. I giochi proibiti dell'aretino Pietro è un decamerotico in lieve ritardo sulla tabella di marcia (il genere si sviluppò e rapidamente dissolse nel biennio precedente, sfruttando l'eco del Decameron pasoliniano) che può vantare solamente la presenza di qualche interprete degno di nota: Tiberio Murgia, Femi Benussi, Tony Kendall (accreditato come Tony Kendal), Orchidea De Santis e Pupo De Luca; la colonna sonora è di Nico Fidenco, comprensibilmente non troppo ispirato. La trama - le trame dei vari episodi, anzi - è poca roba, l'umorismo è greve e gratuito, ma la rovinosa direzione riesce a non farci pensare troppo su. 1,5/10.
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