Regia di Aldo Fabrizi vedi scheda film
Capitolo mediano della trilogia sulla famiglia Passaguai (il terzo titolo sarà Papà diventa mamma, girato a ruota subito dopo), in questo film Fabrizi - autore, regista, protagonista e produttore - conferma i collaboratori in sceneggiatura (Mario Amendola e Ruggero Maccari), buona parte del cast (Ave Ninchi, Carlo Delle Piane, Luigi Pavese; mentre cambia il duo Peppino De Filippo/Tino Scotti per Erminio Macario) e anche del cast tecnico (fotografia di Mario Bava, musiche di Carlo Innocenzi, montaggio di Nella Nannuzzi). Squadra che vince, insomma, non si cambia: ma stavolta il canovaccio pare decisamente costruito attorno alla coppia Fabrizi/Macario, mentre il primo capitolo della serie lasciava spazio anche ai protagonisti 'minori'. Forse questo accade semplicemente a causa della fretta con cui il sequel è stato realizzato, o forse è proprio una scelta calcolata: comunque sia, non basta la frizzante verve del duo centrale della pellicola a 'far quadrare' il prodotto, senza dubbio meno consistente del precedente. Si sente - e forte - inoltre la pesantezza di certe gag ormai vecchie, di certi scambi verbali non più al passo con i tempi, come del resto questo tipo di commedia leggera, priva dei riferimenti sociali ben precisi che caratterizzano le coeve opere di emergenti come Steno e Monicelli (cosa che Fabrizi sapeva bene, avendo appena girato con i due - e con Totò - Guardie e ladri). 4,5/10.
Il signor Passaguai, disoccupato, vede la speranza di combinare un affare con un vecchio amico ritrovato, per un equivoco ritenuto ricco. Ma il passo dalla fortuna alla galera è fin troppo breve...
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