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Le vergini di Dunwich

Regia di Daniel Haller vedi scheda film

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La recensione su Le vergini di Dunwich

di undying
3 stelle

Debole produzione AIP curata da Corman ma diretta malamente da Daniel Haller, già artefice del precedente e altrettanto brutto film (ispirato dalla stessa fonte letteraria) La morte dall'occhio di cristallo.

 

Wilbur (Dean Stockwell) è l'ultimo discendente della famiglia Whateley, residente a Dunwich. La casata è molto malvista dai paesani sin dal passato, quando il bisnonno di Wilbur venne giustiziato per aver messo in atto pratiche occulte. Wilbur, mentre al museo si rivela attratto da un antico e rarissimo testo denominato Necronomicon, conosce Nancy (Sandra Dee) e con uno stratagemma la ospita nella casa in cui vive con il nonno. In quel fabbricato, però, dietro una porta chiusa a chiave è presente anche una creatura non umana...

 

"Yog-Sothoth è il cancello dove si incontrano le sfere. Solo pochi privilegiati possono moltiplicarsi ed aprirlo. Yog-Sothoth è la chiave. E con il cancello aperto torneranno gli Anziani. E sarà -allo stesso istante- passato, presente e futuro."

 

 

Produzione AIP di Corman per un film che tenta di accodarsi alla più famosa serie ispirata da Edgar Allan Poe  (con Vincent Price interprete principale) e proseguita nelle riletture dell'altro grande maestro della letteratura horror: Howard P. Lovecraft. In questo caso però in sceneggiatura non è più presente il grande Richard Matheson così come dietro alla macchina da presa non sta più Roger Corman. Anche se Daniel Haller, nel pregresso, aveva curato le scenografie dei set calcati da Price ottenendo eccellenti risultati soprattutto ne I vivi e i morti (1960) e Il pozzo e il pendolo (1961). Date le premesse era quindi lecito attendersi un prodotto interessante, invece ne esce un irrisolto film penalizzato da una imbarazzante staticità narrativa e da una totale assenza di ritmo e tensione. Anzi, quando si manifesta questa strana entità (la cui essenza non viene per nulla spiegata) il regista ricorre ad elementari giochi di luce dando un tono psichedelico al girato utile solo alla produzione, che è così in grado di mascherare l'assenza di un budget decente e quindi di effetti speciali che possano definirsi tali. Che poi, a ben guardare, era lo stesso tipo di stratagemma utilizzato dal Corman regista, anche se i risultati finali erano ben differenti. Va aggiunto che qui anche il cast (nel quale risalta Sandra Dee, rimasta legata al ruolo di Scandalo al sole) non aiuta a rendere più riuscito un lavoro scadente e giustamente dimenticato. 

 

 

Citazione 

"Poi il vergine corpo della fanciulla veniva adagiato sull'altare. Un corpo vergine e nudo. I neri mantelli si dissolvevano nella notte. Aspettavano. Aspettavano che lei permettesse alla potenza delle tenebre di entrare. Aspettavano che i cancelli si spalancassero... ed entrassero gli Anziani. E uno strano canto echeggiava nella notte. Yaji Ash-Shuthath... Yaji Ash-Shuthath..."

 

 

Curiosità 

A differenza dei film ispirati da Edgar Allan Poe, i lavori cinematografici che traggono spunto dai racconti di Lovecraft appaiono meno riusciti. La stessa AIP, ad esempio, prima di questo Le vergini di Dunwich aveva prodotto un film interpretato da Vincent Price (1963), La città dei mostri, uno dei titoli meno interessanti del ciclo diretto da Roger Corman. E persino Daniel Haller aveva già diretto un altro film ispirato a Lovecraft (La morte dall'occhio di cristallo, 1965) riuscendo a rendere vana e noiosa persino la prestazione di un grande attore come Boris Karloff. Per riuscire a vedere qualche efficace versione cinematografica delle opere del "Solitario di Providence" bisogna aspettare metà Anni '80 quando con Re-animator (1985) debutta Stuart Gordon, cineasta che, meglio di chiunque altro, ha saputo traslare per immagini gli incubi dello scrittore. Prova ne sono i successivi titoli: From beyond - Terrore dall'ignoto, Dagon - La mutazione del male e La casa delle streghe (episodio del ciclo Tv Masters of horror). Mentre, non ufficialmente ispirati a Lovecraft, ma con precisi riferimenti alla sua mitologia grazie all'immissione di pseudobiblia (Necronomicon o  libro di Eibon) sono i fulciani L'aldilà (1980) e Paura nella città dei morti viventi (1981), nonché il ciclo diretto da Sam Raimi, Evil dead, da noi distribuito come La casa (1982).

 

 

Le vergini di Dunwich è disponibile nel catalogo della Sinister che lo ha proposto nel formato anamorfico 1.85:1 e con scadente traccia audio italiana (da  preferirsi la lingua originale con sottotitoli). Tra gli extra, oltre ad un trailer, si fa spazio la presentazione di Cozzi, insolitamente più lunga della media (oltre sei minuti!). Durata della versione: 1h24m02s.

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