Regia di Sergej M. Ejzenstejn vedi scheda film
Sulla Corazzata Potemkin è stato scritto e detto di tutto e di più, le leggende più disparate ed esagerate circolano anche perché alimentate dal noto film Il Secondo Tragico Fantozzi e da certa critica non comunista che ne odia la chiara impronta ideologica.
Si dice che duri un'infinità di tempo o che sia un mattone indigeribile e lentissimo, in pratica è diventato il disgraziato emblema del cinema d'autore attirandosi addosso tanti insulti e derisioni. Sfatiamo qualche leggenda in proposito; il film dura circa 70' minuti, ha un ritmo pazzesco che deriva anche dal lavoro sul montaggio in cui il regista Ejzenstejn eccelleva e portava avanti sia teoricamente che praticamente (vedere Sciopero) da tempo e data la natura propagandistica è un film perfettamente fruibile anche da uno spettatore comune, poiché molto facile da assimilare data la grammatica adoperata.
Siamo nel 1925, sono passati 20 anni dalla rivolta del 1905 nella quale ci furono vari focolai rivoluzionari tra cui quello dell'ammutinamento dei marinai della corazzata Potemkin. Il regime comunista appena sorto commissiona vari film celebrativi su questi avvenimenti e uno di questi viene approvato ed affidato senza esitazione ad Ejzenstejn a patto che concluda il film entro l'anno.
Partito in modo più ambizioso dati i tempi stretti si decise ad un certo punto di limitarsi a raccontare solo l'episodio della rivolta di scoppiata a seguito dell'ammutinamento dei marinai della corazzata.
La pellicola è divisa in cinque atti secondo i canoni della tragedia greca, scanditi da una progressione narrativa sempre più forte, si comincia con il mostrare scene di vita o bordo dei marinai e i primi sintomi di insofferenza per via dei vermi presenti nella carne, sino al rifiuto di mangiare tale cibo avariato e la conseguente ribellione sancita dalla sequenza madre del piatto frantumato, la miccia che fa' esplodere il tutto.
Tralasciando la figura del marinaio Vakulinuck, il film non ha dei personaggi protagonisti, sia sulla nave che a terra poiché sino ad Alexander Nevskji (1939), il cineasta russo indagherà tramite la macchina da presa le grandi masse senza cercare individualizzazioni ed attenendosi così a certi dettami dell'ideologia comunista. Dalla sollevazione dei marinai per via della repressione dei comandanti di bordo il film è un continuo crescendo emotivo con sequenze di forte impatto emotivo che spingono lo spettatore a schierarsi dalla parte dei rivoltosi.
Non mancano sequenze forse di facile retorica come la morte e l'esposizione del corpo del povero Vakulinuck con un cartello su cui vi è scritto che è morto per un cucchiaio di minestra, suscitando la pietà e lo sdegno della folla che inneggia all'uomo come un eroe, ma l'intento umano del regista sembra molto sicero. La folla ha una chiara valenza metacinematografica, poiché credo che il regista la assimili allo spettatore che sta visionando l'opera per renderlo partecipe del film come se ne fosse parte integrante.
Suscitare dei sentimenti di pietà non basta, il regista tramite il montaggio sperimenta soluzioni nuove che danno allo spettatore una forte carica shock e renderlo parte attiva della storia, stimolando tramite il montaggio delle attrazioni e inquadrature simboliche, delle riflessioni su cosa stia vedendo. Il cinema di Ejzenstejn è popolare ma non populista, poiché il regista ha una gran fiducia nel pubblico e nella sua capacità di ragionare e costruire una propria idea pur partendo da un montaggio incessante e serrato che rompe le regole del cinema narrativo classico, secondo cui il montaggio serviva solamente a dare una consequenzialita' tra due scene (e quindi serve a guidare lo spettatore passivamente senza che possa costruire da sé il film). Ricco di sequenze indimenticabili e stracitate, prima da tutte la carozzina che cade lungo la scalinata di Odessa, simbolo dell'ineluttabilita' della rivoluzione, la pellicola in questione è stata in grado di sopravvivere anche al crollo dell'ideologia di cui era portatrice, seppur l'intento rivoluzionario e propagandistico resta in primo piano, senza che questo appesantisca l'opera.
Tappa obbligatoria per qualunque cinefilo a prescindere dalla sua ideologia politica, destra, sinistra o post-ideologica, visto che è tra i film fondamentali che hanno consentito alla settima arte di fare un balzo grammaticale in avanti decisivo.
Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297
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