Regia di Sergej M. Ejzenstejn vedi scheda film
VOTO 10/10 Considerato per molto tempo il più bel film della storia, "La corazzata Potemkin" è uno straordinario esempio di film di propaganda ideologica (comunista per l'esattezza), che, tuttavia, non risulta minimamente datato a causa dei suoi contenuti politici, e questo nonostante il fatto che l'ideologia che lo sottende sia da anni assolutamente superata. Come nel precedente film d'esordio "Sciopero", "La corazzata Potemkin" rivela apertamente le preoccupazioni formali del regista, ma non è privo di un'intensa partecipazione umana ai fatti narrati. Eisenstein dimostra una prodigiosa padronanza della tecnica cinematografica soprattutto nel montaggio elaborato, con accostamenti audaci di immagini e l'uso di leit-motives visivi (ad esempio il dettaglio ricorrente degli stivali dei soldati nella famosissima scena del massacro sulla scalinata), facendo nascere un vero e trascinante soffio epico da quest'opera divenuta immortale. La presa in giro di Fantozzi e altri tentativi di sabotaggio culturale non ne hanno intaccato la straordinaria efficacia: il film resta una pietra miliare nell'evoluzione del cinema e un punto di riferimento imprescindibile per ogni altro film che abbia tentato di descrivere un'azione politico-rivoluzionaria (ad esempio La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo). Non essendoci personaggi individualizzati, con l'eccezione del marinaio Vaculinchuk che viene ucciso sulla nave causando l'ammutinamento, la folla risulta protagonista dell'opera, accrescendo quel lirismo rivoluzionario che tornerà, in maniera più intellettualizzata, nel successivo Ottobre. Considerata anche la breve durata di 70 minuti, il film scorre a un ritmo sostenuto per un'opera del muto e non ha un'attimo di stanca. Da vedere preferibilmente in edizione con accompagnamento musicale, che si integra con efficacia alle immagini e aiuta ad apprezzarlo maggiormente.
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