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La corazzata Potëmkin

Regia di Sergej M. Ejzenstejn vedi scheda film

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La recensione su La corazzata Potëmkin

di tobanis
8 stelle

Macchè cagata pazzesca!....però forse anche macchè capolavoro.

Il secondo e ultimo film che vedo per il 1925 è questo, celeberrimo; popolare qua da noi anche per il famoso riferimento nel film di Fantozzi.

Orbene, c'è imbarazzo. C'è imbarazzo perchè non ho visto il capolavoro ovunque decantato. Ho trovato tanta tanta tanta propaganda sovietica, un bel film, inizialmente, fino all'ammutinamento, poi meno, tanta propaganda. E la celebre scena della scalinata, ovvio, che mi immaginavo veramente diversa. E una regia stratosferica. E un montaggio dinamico, drammatico, folle, superbo. E dei chiari scuri da urlo. E scorci geniali.

Ok, andiamo con ordine, URSS, Lenin è morto nel '24, infuria la lotta politica che porterà al trionfo del dittatore Stalin, nel '26. Nel 1925 si decide di ricordare l'avvenimento della corazzata Potemkin, avvenuto 20 anni prima, quando l'equipaggio si ammutinò e prese possesso della grande nave. Allora c'era la Russia zarista, il popolo faceva la fame e i ricchi facevano la bella vita...il solito, insomma. La nave era nel Mar Nero, si diresse a Odessa, dove c'erano già casini; in seguito la flotta mandata per castigarla si oppose agli ordini: la Potemkin girovagò per il Mar Nero, finì pure in Romania, poi la storia non finì bene, molti vennero impiccati, la nave venne ripresa dalle forze zariste.

Il film però arriva fino a quando la flotta imperiale si rifiuta di fare fuoco sulla nave ribelle,e là finisce.

Il film è diviso in varie sezioni. Le prime due sono le più belle, coi marinai che hanno fame e si rifiutano di mangiare la carne, che è marcia e ha i vermi. Da lì in poi, gli ufficiali arriveranno a minacciare la fucilazione dei ribelli, ma chi deve sparare si rifiutò di farlo e partì l'ammutinamento. E' questa la parte più nobile del film, quella che fa palpitare il comune senso di giustizia, che fa indignare, che ci fa schierare con gli insorti.

Il capo dei quali, ahinoi, è storia, muore nelle collutazioni e il suo corpo viene fatto sbarcare a Odessa, e là onorato dai cittadini tutti.

Nel terzo e quarto atto si assiste a una popolazione cittadina sempre più indignata, a varie navi da diporto che raggiungono la Potemkin, alla fonda, portando cibo e generi di conforto, alla gente al molo che saluta e si ritrova, che parla e saluta, e poi, di colpo, la scena della scalinata.

Senza alcun preavviso, o ordine di sgombero, o altro, i fucilieri avanzano, sparando sulla folla, senza guardare in faccia a nessuno. Un classico, diremmo, come prima e come anche dal '26 in poi, quando con Stalin la Russia avrebbe rimpianto magari lo zar, che si limitava a sterminare bambini e donne, sparando ad alzo zero. Deve essere una specie di tradizione popolare, che il leader russo in carica se ne sbatta completamente del proprio popolo, ammazzandolo se possibile, o mandandolo a morte certa; leader che poi si distinguono anche per essere un po' tocchi, o pazzi, dando per scontato poi per loro vari gradi di alcoolismo, a seconda dei casi.

Sia come sia, si arriva all'ultima sezione, con la Potemkin che dirige a tutta forza contro la flotta zarista e questa, all'ultimo momento, la lasci passare, rifiutando lo scontro.

Tanta tanta propaganda, in tutta questa operazione. Che fu affidata a un giovane, Ejzenstejn, il quale dovette fare il film di corsa, entro il 1925, appunto, se no, che celebrazione è, non è ch puoi festeggiare i 21 anni dalla ribellione. Fu una corsa contro il tempo, le riprese terminarono a inizio dicembre, il film fu pronto il 21 dicembre, con un montaggio che entrò nella leggenda, dato che si disse che il regista lo terminò mentre già veniva proiettato il resto del film. Per le autorità sovietiche, il film fu trionfale; nessun interesse invece arrivò dal pubblico russo, almeno inizialmente.

La regia è straordinaria. Non capisco come potesse un 27enne essere così maturo, dove avesse fatto le sue esperienze, dove avesse imparato. Boh, probabilmente era un genio. La camera è quasi sempre fissa (tranne che in alcuni momenti della scena della scalinata), eppure il film ha una grande drammaticità ed è spesso fortemente cinetico. Le riprese sono fenomenali, per scelta, per efficacia, per esattezza; il gioco delle ombre spesso geniale; la scelta del casting straordinaria, con visi sempre "giusti", cioè marinai, sì, ma c'è un ideale sovietico da servire, e allora via a primi piani di "modelli", o ragazzi con facce molto "attoriali", ripresi sullo slancio di discorsi patriottici, pronti a dare bolscevicamente la vita per il popolo. Il montaggio è poi tutto, in questo film: forsennato in alcuni momenti, sapientemente alternato in altri, tecnicamente perfetto, e per quel tempo, direi strabiliante. Non sono un esperto di tecnica, ma ti credo che tanti, in seguito, si sono abbeverati a tale fonte.

Ok, mi pare di avere già detto tanto e forse troppo per un film di suo già celeberrimo. Non è la cagata pazzesca di fantozziana memoria, ovviamente è invece un filmone, ma non posso dimenticare che in definitiva è un'operazione di glorificazione ideologica, fortunatamente tramutata da Ejzenstejn in un'opera d'arte.

 

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