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La corazzata Potëmkin

Regia di Sergej M. Ejzenstejn vedi scheda film

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La recensione su La corazzata Potëmkin

di alan smithee
10 stelle

locandina italiana 2017

La corazzata Potëmkin (1925): locandina italiana 2017

CINEFORUM IMPERIA

La famosa pellicola di Sergej Michajlovi? Ejzenštejn narra vicende realmente accadute e connesse tra loro che vanno dall'ammutinamento della ciurma della nave da guerra russa Potëmkin avvenuto nel 1905, alla rivolta della popolazione di Odessa che si ribella al giogo oppressivo delle truppe cosa che, dopo aver sostenuto i marinai del Potemkin, è potendo contare sul loro appoggio dalla nave, nelle fasi cruciali dell'occupazione cittadina e dello sterminio perpetrato dall'avanzata dei soldati.

Il regista ha concepito i diversi racconti che si incastonato nell'opera attraverso una serie di cinque capitoli separati ognuno da un proprio titolo:

Uomini e vermi

racconta l'origine, o meglio la goccia che fa traboccare il vaso creando l'ammutinamento della nave da guerra Potemkin a poche centinaia di metri dal porto di Odessa, nel 1905.

La costruzione alla ciurma di soldati marinai di nutrirsi consumando carne in evidente stato di decomposizione crea una sommossa che gli ufficiali cercano di soffocare minacciando esecuzioni capitali sul ponte.

Dramma sul ponte

Proprio sul ponte vengono portati gli irriducibili fautori della protesta per essere fucilati.

Ma il plotone si ferma e si ammutina dinanzi al discorso del coraggioso marinaio capo branco Grigorij Nikitic Vakulencuk.

Il morto chiama

La rivolta segna l'inizio di uno scontro sanguinoso e fratricida dove a cadere sono soprattutto i rivoltosi, male armati ed affamati.

Vakulen?uk si immola per la causa, assurgendo ad eroe tra la folla, una volta fatto scendere il cadavere dell'uomo "morto per un cucchiaio di minestra".

La scalinata di Odessa

La popolazione, scegliendo di parteggiare per i marinai, si inimica l'esercito zarisya che arma i cosa chi per una repressione dimostrativa.

La strage presenta scene estreme, come la morte del bimbo ferito a morte e schiacciato dalla folla, racconto da una madre poi fucilata senza pietà.

Una madre ancor più giovane, ferita a morte, lascia sfuggire la carrozzina col neonato dentro, che inizia la sua rincorsa tra i gradini in picchiata.

Una contro tutte

Stremati, i marinai portano la Potemkin di nuovo al largo e accendono le miccie ai cannoni per contrastare l'avanzata dei cosacchi.

Le navi dei loro commilitoni non insorti, tuttavia, non li fermano, e la Potemkin riuscirà a riconquistare la città liberando la bandiera rossa che svetta incontrastata dall'alto del ponte della nave.

Sergej Michajlovi? Ejzenštejn con questo suo film girato con montaggio ardito (il cosiddetto "montaggio intellettuale"), con capacità di organizzare e dirigere scene di massa maestose e difficili da gestire, riesce a divenire un monito contro la spetewuazione sociale che si consuma nella società civile con sperequazioni tra nobiltà e popolo, ma anche nel contesto militare tra ufficiali e truppa.

I fatti narrati nel film sono solamente in parte veri, e in larga parte romanzata per evidenti ragioni di racconto. Ejzenštejn realizza una rielaborazione della verità storica, concentrandosi sulle cause concrete che portarono all'inizio della rivoluzione russa del 1905.

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La corazzata Potëmkin (1925): scena

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La corazzata Potëmkin (1925): scena

La tanto giustamente enfatizzata e maestosa ricostruzione del massacro di Odessa, non avvenne, come si vede nel film, sulla celeberrima scalinata, bensì in vie e stradine secondarie, e non avvenne di giorno ma di notte. Il cambiamento della location strategica tuttavia consente al film di giovarsi di una delle scene madri più famose e cruenti di ogni tempo, in un film che è parte integrante e fondamentale della storia del cinema in assoluto.

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La corazzata Potëmkin (1925): scena

 

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La corazzata Potëmkin (1925): scena

La versione proiettata in occasione della stagione 2024-2025 del glorioso Cineforum di Imperia vede coinvolta una band specializzata in esecuzione dal vivo di colonne sonore per film muti. Si tratta dei Sincopatici, che hanno realizzato un cineconcerto in cui, grazie alla commistione di musica classica ed elettronica è rock, si è inteso rendere ancora più suggestiva e penetrante la visione di un film già serrato nel ritmo grazie ala rivoluzionaria tecnica di montaggio he procede per estremi, buono-cattivo, chiaro-scuri, alto-basso, vicino lontano, fino al dispiegamento di una bandiera color porpora, resa tale grazie ad una colorazione diretta della pellicola, creando un effetto sorpresa di grande suggestione.

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