Regia di Sergej M. Ejzenstejn vedi scheda film
Racconto parzialmente inventato dell'ammutinamento dei marinai dell'incrociatore corazzato Kniaz Potemkin Tavricevskil, scoppiato a Odessa il 27 giugno, uno degli episodi che si svolsero in Russia durante i movimenti rivoluzionari del 1905.
"La corazzata Potemkin" alias una cagata pazzesca, alias Salce e Villaggio non ci capirono nulla, alias presunzione di valere senza tenere nemmeno un pugno di mosche, alias volontà incessante e incalzante di sperimentare di tutto e ad ogni costo, pur di rendere veritiera la falsità della bugia di vivere al massimo delle proprie possibilità.
In tutto questo tripudio di elementi a regnare è un caotico susseguirsi di eventi funesti, perdizione di speranza nell'animo di chiunque.
Il montaggio analogico si rivela attrazione emotiva e di coercizione e il cosiddetto cinepugno si evolve in un racconto melodrammatico in cui le immagini ed il loro continuo alternarsi divengono il veicolo combinatorio di un coinvolgimento struggente. Un forza immensa e visiva della messa in scena grazie al montaggio e alla plasticità visiva, in cui i punti di vista si estendono fino a creare un coro di voci unite in un crescendo di pathos, drammaticità e tensione costante.
Sia come sia, "La corazzata Potemkin" è una visione obbligatoria per chiunque ami il cinema. Un'opera capace di raccontare tutto raccontando vicende che si chiudono con le stesse dinamiche con cui sono iniziate. Un opera senza tempo e imprescindibile, anche se per molto tempo snobbata, bistrattata, condannata e bandita con l'assurda convinzione di essere "propaganda sovversiva e bolscevica".
Ma, in fin dei conti, anche lo stesso Villaggio sa che questo immortale capolavoro non è mai stato una cagata pazzesca e che anch'egli, in un certo senso, gli deve qualche cosa
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