Regia di Takashi Miike vedi scheda film
I vecchi proverbi ci prendono sempre.Meglio soli che accompagnati male.O malissimo come è il caso di questo film.Definirlo horror secondo me è riduttivo e sicuramente fuoriviante.Non è horror,o meglio non è solo horror.Parte all'inizio come un melodramma familiare,un dramma della solitudine a tutto tondo in cui il protagonista,vedovo da 7 anni comincia a sentire terribilmente il peso della mancanza di qualcuno con cui dividere le piccole cose della vita.E per un po'si va avanti con le audizioni del titolo in cui le varie candidate si mettono più o meno in mostra per essere scelte e far parte del casting di un fantomatico film.La ragazza che scuote dal torpore il nostro vedovo è di quelle che si mettono di meno in mostra e lui viene attirato come in una rete,perchè scoprirà troppo tardi in che mani è capitato(cioè quelle di una sadica torturatrice).Takashi Miike è famoso soprattutto per i suoi eccessi per la sua visionarietà pulp e invece qui sorprende per una messa in scena glaciale ma decisamente ad effetto,uso molto parco degli effetti visivi e delle scene più cruente.E'quasi pudico nella sua esposizione,a differenza di altre sue pellicole e sicuramente infarcisce questo film con tutta una serie di suggestioni che hanno poco o nulla a spartire con l'horror.Anzi...E'un film decisamente in crescendo in cui Miike è bravo a disseminare piccoli segni di inquietudine quasi casuali che hanno il merito di creare un atmosfera elettrica,carica di tutta la tempesta che si scatenerà nell'ultima mezz'ora.E colpisce nel segno perchè prima di fare un horror che colpisca visivamente,concepisce un dramma della solitudine,perchè in fondo sono due solitudini che si incontrano...
ok
non male
particina impressionante
anche lei impressiona
non male
quasi glaciale nella messa in scena
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