Regia di Takashi Miike vedi scheda film
Definirlo un horror non mi sembra corretto. E' più una sorta di thriller, anche se la definizione pura di genere mi sembra superflua. Miike ci immerge nel film poco alla volta, non disvela il tutto e a differenza di altre sue opere non spiattella tutto e subito in faccia allo spettatore. Ci mette 80 minuti circa prima di schiaffarci la sua esplicita violenza, le sue torture, il suo malessere.
Miike dimostra anche in "Audition" di saperci fare con la cinepresa, con la narrazione, con la visionarietà (aiutata anche da un'ineccepibile fotografia!).
Purtroppo non riesco a farmi coinvolgere da questo regista, Mi sembra che gli manchi qualcosa nella stessa sua visione della visionarietà. Spesso preferisco intravedere piuttosto che vedere direttamente e secondo me egli esagera (volutamente) nel mostrare l'orribile.
De gustibus
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta