La recensione su Atti impuri all'italiana

di undying

4 stelle

Una delle prime commedie sexy con parlata dialettale toscana, purtroppo scritta, girata e interpretata ai minimi termini. Opera del bolognese Oscar Brazzi, regista di una decina di film dello stesso tenore.

Montecatini Terme (Firenze). Dopo il decesso del medico condotto, nella piccola cittadina Toscana subentra in ruolo Elia Bonvicini (Dagmar Lassander). Donna disinibita e dalla mentalità moderna, nonché assai graziosa fisicamente. Provvisoriamente, essendo in trasferta, viene ospitata a casa del sindaco Gedeone (Maurizio Arena), di corrente politica democristiana. Elia si trova presto al centro delle attenzioni non solo da parte del sindaco ma anche dello stesso figlio Roberto (Gianluigi Chirizzi). Rosalba (Stella Carnacina), altra figlia di Gedeone, è ostacolata dal padre nella relazione con un autista di corriere a causa della sua appartenenza politica al PCI. Elia si interessa della condizione di Rosalba e, assieme al parroco Don Firmino (Ghigo Masino), cerca di convincere il sindaco ad accettare la relazione della figlia.

Rara commedia sexy dell'epoca (probabilmente la prima in assoluto) con parlata dialettale toscana, girata senza seguire una vera sceneggiatura quanto piuttosto per accumulo di gag e battute più o meno efficaci. Purtroppo soffre dell'assenza di attori carismatici, anche se alcuni caratteristi riescono a rendere scorrevole il clima goliardico e assolutamente ironico che mai trova soluzione di continuità. La Lassander è adatta nel ruolo di attempata signora dalle forme procaci e particolarmente influente su ragazzi più giovani, mentre il ruolo del sindaco tocca allo sfortunato Maurizio Arena (vero nome: Maurizio Di Lorenzo, 1933 - 1979), attore e regista (Il principe Fusto, 1969) che esordisce come interprete nel lontano 1952, apparendo ne La figlia del diavolo (Primo Zeglio) per essere successivamente presente sui set di decine di commedie (persino con Totò e Peppino De Filippo), nonché nel classico di Dino Risi, Poveri ma belli (1957). Gli altri interpreti principali di Atti impuri all'italiana - Gianluigi Chirizzi e Stella Carnacina - sono attori secondari dalla filmografia poco significativa. Premessa che rende in parte motivo del perché il film sia poco ricordato, e purtroppo a giusta ragione. Dal 1968 e per tutto il 1970, il fratello del più celebre Rossano Brazzi tenta la via della regia, mettendo mano a dieci film (horror, commedie e quasi sempre erotici) che hanno in comune vari elementi: bassissimi budget, attori secondari e assoluta padronanza del set. Oscar Brazzi (1918 - 1998) infatti, oltreché dirigere, scrive e produce tutti i suoi lavori. Sono quasi tutti film pessimi purtroppo, spesso al limite del visibile, assurti a rango di cult per la loro difficile reperibilità. Purtroppo anche Atti impuri all'italiana (ripreso nella trama da Mario Bianchi, nel quasi remake a doppia versione - soft e hard - La dottoressa di campagna) rientra nella media della filmografia di Brazzi, anche se lo si ricorda con certo piacere per alcuni momenti volgarissimi (ma ironici), per le poche scene di nudo della Lassandar e ovviamente per quella che la vede passeggiare lungo le vie del paese con un vestito "aperto" sul fondoschiena. Quasi impressionante poi la parlata di Don Firmino, pressoché dello stesso stampo di quella che negli anni '90 quasi quotidianamente arrivava dai telegiornali sul caso de "Il mostro di Firenze", ossia la dizione in toscano stretto di Pietro Pacciani.

"Il toscano è il più alieno dai discorsi, il più alieno cioè dal mettersi in una commedia, creduta soltanto a metà e condotta per divertimento o per aiutarsi a vivere. Egli non ti dà mai, come in altre parti d’Italia, la fiaba, il mito, la retorica di se stesso; anzi tende all’opposto, a smontare ogni retorica intorno a sé, con la parola e ancora più col silenzio." (Guido Piovene)

Atti impuri all'italiana (Oscar Brazzi, 1976) - Clip