Regia di Giulio Questi vedi scheda film
Dopo aver rubato una cassa di legno ricolma d'oro, un bandito di nome Hermano(interpretato da Tomas Milian),viene ucciso e seppellito in mezzo al deserto dai suoi amici complici. In realtà Hermano non è morto,e con l'aiuto di due misteriosi indiani cercherà in tutti i modi di ritrovare i colpevoli e recuperare l'oro. Arrivato nei pressi di una strana e grottesca cittadina senza nome,Hermano però scoprirà suo malgrado che la vendetta è forse l'ultimo dei suoi problemi.
Nonostante rientri nel vasto calderone dello spaghetti western, in realtà il film di Questi si differenzia da tutte le altre pellicole del filone per un approccio decisamente più estremo e malsano,avvicinandolo più all'horror e al noir che al western tout court. L'idea del regista era infatti quella di introdurre nel film elementi che,in qualche modo, riconducessero agli anni della resistenza partigiana fascista,caratterizzando di conseguenza i personaggi in modo speculare a quel preciso periodo (possiamo vedere una banda di cowboy vestiti di nero,quasi come a ricordare i fasci di combattimento). All'uscita nelle sale cinematografiche il film fu aspramente criticato e in seguito addirittura sequestrato da tutti i cinema nazionali e internazionali, assumendo nel corso degli anni lo stato di "cult movie". Scordatevi l'epicità magniloquente di Leone o le atmosfere dark intrise di violenza e dinamismo dei film di Corbucci, perchè la sola cosa che vedrete qui sarà solo violenza e crudeltà assoluta. I personaggi del film appaiono estremamente viscidi e perversi, muovendosi all'interno di un ambientazione (quella della cittadina) dai connotati surreali e lividi che eliminano qualsiasi barlume di positività e speranza. Nello specifico il regista non si fa problemi a mostrare con incredibile cinismo scene cruente e stomachevoli ,come lo sventramento di un bandito, l'esplosione di un cavallo imbottito di dinamite o il terribile scotennamento ai danni di un povero indiano. Ad oggi ,forse,non appare così shockante,ma all'epoca state pur certi che una violenza del genere non si era mai vista! "Se sei vivo spara" risulta quindi un esperimento curioso e coraggioso, che andrebbe recuperato anche solo per vedere quanto fosse ardito il nostro cinema di genere.
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