Regia di Mauro Ivaldi vedi scheda film
Film che consacra Carmen Villani in una nuova veste: quella di protagonista della commedia sexy, tenuta a battesimo dalla più esperta Barbara Bouchet.
Il vivace diciasettenne Billy (Roberto Cenci) frequenta la bella Andrea (Carmen Villani) senza mai riuscire a congiungersi "carnalmente" con lei. Un giorno, in arrivo da Parigi, alla porta di casa del ragazzo suona la più matura, quanto bella, Barbara (Barbara Bouchet), un'amica della madre che, per sfuggire dalle asfissianti attenzioni del suo compagno, ha pensato di farsi ospitare. Il fatto è che la madre di Billy è lontana e starà via a lungo, lasciando il ragazzo in totale libertà d'azione.
A metà anni settanta per Carmen Villani, dopo un buon successo come cantante e (bella) presenza televisiva, inizia una fase calante della carriera, motivo per cui -in cooperazione con il marito Mauro Ivaldi (che firma la regia)- tenta la via della commedia sexy. Solo un paio di anni prima Salvatore Samperi, con il suo riuscito Malizia, aveva codificato le regole che poi saranno caratteristica costante di una certa fetta di cinema erotico comico italiano. E proprio al clima morboso, con risvolti sessuali tra le pareti domestiche (anche se la madre evocata nel titolo non si vede mai), questo L'amica di mia madre sembra guardare, oltre a figurare come film d'esordio per la bella cantante, realizzato nello stesso periodo del più famoso La supplente e destinato ad avere anche un sequel, girato l'anno seguente, che riprende esattamente dalla fine (Ecco lingua d'argento, aka Le vacanze della dottoressa specializzata in sessuologia). Purtroppo, nonostante la discreta fotografia, la bella soundtrack (con brani di Alberto Baldan Bembo e Luis Enríquez Bacalov) e la presenza di una sensualissima Barbara Bouchet, L'amica di mia madre non convince a causa di una sceneggiatura scostante e di una regia che sembra essere frutto di più mani (sorge il sospetto che Ivaldi abbia solo firmato la direzione).
Oltre a proporre situazioni di una scontata banalità, i testi contribuiscono a svilire il ritmo di una commedia che finisce per scontentare su ambo i fronti: non si ride (men che meno per le brutte rime messe in bocca al balbuziente protagonista), né ci si trova coinvolti in scene erotiche che (pur presenti) appaiono decisamente impossibili. Come, impossibile, è l'improvviso cambio di posizione assunto -nello svezzamento- da una disponibile Bouchet. Da stendere un pietoso velo di silenzio sul brutto deragliamento finale (esattamente sui titoli di coda), con il discutibile tentativo di far passare positivamente un atteggiamento (maschilista) decisamente contrario al buon gusto, prima che all'etica e alla comune morale. Rimane comunque un prodotto di certo interesse -filologico- consigliato solo ai cultori del filone "commedia sexy all'italiana".
Passato raramente in televisione, e da lungo tempo assente anche nel settore home video. Per la recensione si è visionata la VHS Shendene & Moizzi. Copia decisamente di elevata qualità (ovviamente in relazione al supporto magnetico), nel formato widescreen (16:9). Durata della versione: 1h27m28s.
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