Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
Dopo il mezzo passo falso rappresentato dal serioso e non del tutto definito Brucio nel vento (2002), Soldini ritorna alla commedia 'esistenziale' sul genere di Pane e tulipani (2000), ripescando e ampliando le classiche (solite?) tematiche del suo cinema: il viaggio come soluzione alle problematiche esistenziali, l'ambiguo quando non difficile rapporto con il passato, l'instabilità del quotidiano, in bilico fra mille variabili che il destino può decidere - inspiegabilmente - di spostare da un momento all'altro. Scritto dallo stesso Soldini insieme a Doriana Leondeff e a Francesco Piccolo, Agata e la tempesta è una pellicola agrodolce molto più improntata - ed ecco il suo limite principale - sugli interpreti che sulla storia stessa; vive infatti dell'ottima, come sempre, Licia Maglietta e delle buone prestazioni dei vari Giuseppe Battiston, Emilio Solfrizzi, Giselda Volodi, Monica Nappo; già più discutibili invece gli apporti attoriali forniti da Marina Massironi e Claudio Santamaria. In un ruolo laterale c'è anche Remo Remotti, in un cast che sostanzialmente pesca a piene mani dai più recenti lavori del regista; la luminosa fotografia di Arnaldo Catinari aiuta ad accendere i toni leggeri di un'opera che fondamentalmente possiede svariati rilievi drammatici, pur mantenendo nella maggior parte della sua durata una facciata scanzonata (ma in fondo questo è uno dei grandi pregi della commedia all'italiana, o quantomeno della via italiana alla commedia). E, sempre a proposito della durata della pellicola, giova ricordare che due ore tonde sono un pochettino esagerate e in effetti la sezione finale del film pare vagamente prolissa, così come quella di apertura stenta a decollare. 5/10.
La vita di Agata, donna di mezza età con una figlia già grande, viene sconvolta dalla relazione con il giovane Nico, che le nasconde però di essere sposato; ma altri imprevisti sono in arrivo: tanto per cominciare Romeo, fratello di Agata, scopre di essere stato venduto appena nato.
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