Regia di Tim Burton vedi scheda film
Tratto dall'omonimo romanzo di Daniel Wallace, il film è paragonabile a un libro di fiabe, nel quale sono narrate ad episodi le avventure di Edward Bloom. Dunque non dovrà affatto sorprendere l'atmosfera illusoria e onirica, la completa inverosimiglianza di molte scene, poiché di fatto la vita del protagonista è da lui stesso sempre "colorita", alternando verità a fantasia. In questo caso è allora assai probabile che molti (me compreso) si sentiranno affini al giovane William, una figura "reale" che ritengo sia stata inserita proprio a tale scopo. Oltre al fatto di offrire una preziosa e commovente variante all'importante tematica del rapporto padre-figlio.
La storia è bizzarra, molti dei personaggi sono eccentrici, ma le splendide ambientazioni e paesaggi, insieme a una riuscita colonna sonora, contribuiranno a mantenere vivo l'interesse anche nei più scettici. Degno di nota è certamente l'indovinato finale.
Da segnalare inoltre è la ricchezza di citazioni, sia ad altre pellicole di Tim Burton (come Edward mani di forbice) sia alle più disparate opere di autori fra loro molto diversi (quali Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, l'Odissea, Indiana Jones e Forrest Gump).
Quella di Edward Bloom è stata una vita a dir poco unica. Durante i suoi infiniti pellegrinaggi per il mondo Edward ha incontrato un lupo mannaro; ha addomesticato un feroce gigante; ha salvato uno spirito delle acque; ha incontrato una strega con un occhio di vetro capace di mostrare alle persone che vi guardano dentro il momento della propria morte. La storia di Edward Bloom è costellata di personaggi fantastici, di luoghi sospesi nello spazio e nel tempo, di donne dal fascino magnetico e di un amore tanto appassionato quanto incredibile. O almeno è questo che lui ama raccontare ai suoi ascoltatori. Ma chi è veramente Edward Bloom? Una sorta di eroe mitologico o solamente un patetico vecchio tornato a casa per trascorrervi gli ultimi giorni della sua vita? È ciò che si chiede William, giunto al capezzale del padre per assisterlo in punto di morte. Un padre da sempre assente, che non ha mai avuto l'occasione di conoscere realmente. Un padre dal quale vorrebbe sentirsi raccontare una storia "vera". Ma le sue aspettative rimarranno deluse, perché per Edward Bloom un uomo, a furia di raccontare delle storie, diventa lui stesso quelle storie. E lo sarà per sempre.
Un Danny Elfman particolarmente ispirato, compone delle musiche nelle quali si respira precisamente la medesima suggestione che emerge dalla visione delle immagini che esse devono accompagnare. Ottima sintonia.
A me non è dispiaciuto. Se avessi letto il libro, magari avrei qualche critica in più, chissà.
Il suo stile è inconfondibile, soprattutto nei toni da favola, dove può dare libero sfogo alla sua fantasia.
Il giovane Edward Bloom è forse il più folle tra tutti i personaggi. L'attore è però in parte.
L'anziano Edward Bloom unisce felicità e dramma. Buona interpretazione.
In assoluto fra i più convincenti del film con il suo William Bloom.
Un'intensa Sandra Bloom.
Sandra Bloom da giovane, incantevole.
Doppio ruolo per lei, Jennifer Hill e la strega, e le riescono entrambi.
Il poeta Norther Winslow.
La delicata Joséphine Bloom.
Il gigante Karl.
Sempre simpatico, anche come Amos Calloway.
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