Regia di Giorgio Bianchi vedi scheda film
Recuperato qualche anno fa dopo mezzo secolo di oblio, Via Padova 46 è un film ancora oggi sottovalutato, nonostante il passaggio in pompa magna a Bologna in occasione del restauro. Prima di tutto va segnalato come una delle opere più riuscite di un regista brillante come Giorgio Bianchi, che ha nel suo curriculum un piccolo gioiello come Il moralista e troppe volte riciclatosi in farse senza interesse. Poi per la trama, che nel panorama del cinema italiano brillante degli anni cinquanta rappresentava un guizzo interessante e curioso, con qualche venatura di black-comedy inglese. E poi per un cast molto polifonico che vede al centro della scena un Peppino De Filippo al solito eccellente nelle sue rare prove di protagonista assoluto.
Non di rado la pacata compostezza del grande napoletano è sconvolta dalla petulante invadenza di un frizzante Alberto Sordi ancora relegato al ruolo di caratterista e dalle smanie avventurose di Giulietta Masina pre-Gelsomina. Attorno a loro non sfigurano la veracità di Memmo Carotenuto, la possenza di Luigi Pavese, la sospettosità di Leopoldo Trieste (anche sceneggiatore), la rassicuratezza di Luigi Almirante e il ladro di biciclette Lamberto Maggioranni. Rieditato senza fortuna col titolo Lo scocciatore dopo l'avvento del fenomeno Sordi: dimenticato in un angoletto della memoria cinematografica da parecchi storici, è stato ritrovato dalla Cineteca di Bologna in un lotto di pellicole acquistate da un collezionista. Una commedia simpatica che riflette sul tema delle paranoie e dei sospetti servendosi di situazioni curiose e equivoci.
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