Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Gilberto (Verdone), cinquantenne con un esercizio di ottica nella romana piazza Esedra, viene cacciato via da casa dalla moglie Tiziana (Morante), psicologa quarantenne che ricama sui problemi della coppia in una trasmissione televisiva di cui è conduttrice. La loro figlia 17enne sta a guardare la vorticosa girandola di coppie che le ruota intorno: la mamma coglie al balzo la palla della separazione per dare spazio all'amante, maestro di tennis (Catania). Il papà va per qualche tempo a casa di una coppia di amici, che inevitabilmente si spacca quando Carlotta (Rocca), la "lei" della coppia, si innamora di Gilberto. Il copione che Verdone ha scritto con Francesca Marciano e Pasquale Plastino fa' da sponda alla teoria dell'istrice: gli aculei come metafora di una relazione che richiede di non essere né troppo vicini né troppo lontani. Il regista romano recupera la verve dei suoi film migliori, sicché si ride molto davanti all'esibizione di rapporti tanto grotteschi. Divertente, inopinatamente garbato, L'amore è eterno finché dura propone una fenomenologia della coppia con molte domande e pochissime risposte.
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