Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Se sapessi da dove partire, partirei. Ma cercare spiegazioni per dire quanto mi sia piaciuto questo film sarebbe analizzarlo, e non amarlo. Il film di Verdone è uno di quei film che si fanno in stato di grazia, e Verdone lo era. É sempre stato un mostro di bravura e di ingegno: le sue maschere valgono molto di più dei tic e delle battutacce di molta commedia italiana, e le sue focalizzazioni sulle crisi dell’uomo moderno sono acute e profonde più di tante masturbazioni mentali di chissà quali autori. Il film ha il pregio di unire la sua tipica comicità (le sue facce e le sue espressioni sono uno spasso), con la riflessione più lucida e profonda che si potesse fare. Ma l’amore può durare? Sì, ma solo finchè dura. Poi bisogna accettare il corso delle cose e cambiare strada, senza farsi del male però! Senza fare le vittime e buttare via una vita intera, sia quella passata sia quella che ci aspetta. Sarà che sono in un momento particolare della mia vita, dove tutto mi sembra così lontano, e dove i sentimenti sono più degli ostacoli che delle gioie di cui godere. Sarà per questo, ma il film di Verdone mi è letteralmente entrato nel sangue; mi è entrato in circolo adrenalizzandomi nella direzione che da tempo mi ero scelto. Infatti quella teoria degli istrici, che non credo sia roba nuova, è azzeccatissima. Anch’io, forse per carattere o forse per sopravvivenza, non riesco ad avvicinarmi sentimentalmente a nessuno, come una ragazza, i migliori amici, gli affetti vari, ma non riesco nemmeno ad allontanarmi completamente da loro. E allora? A che pro amare? Sentire empatia con un altro essere umano? A che pro sentirsi sentimentalmente legati ad una ragazza, o ad un grande amico, ad una persona speciale, se poi non riusciamo a vivere regolarmente questo nostro pazzo sentimento, e ci tocca fare i bagagli e prenderci una strada nuova? A che pro tutto questo, se poi un giorno dobbiamo fare le valigie?
Verdone ha centrato in pieno. Non solo ci ha divertito con scene divertentissime, i cui highlights sono per esempio la convocazione dai caramba, la scopata al cellulare con la ragazzina e il cane vouyeur, il tentativo di machismo a Nizza, e la frase già culto: “Vorrei proprio conoscere sto scienziato, sto premio Nobel, ...sto stronzo!”. Non solo ci ha divertito con queste scene, addizzionate dalle sue inimitabili espressioni, ma ci ha raccontato una storia verissima, senza trovarci soluzioni buoniste, e senza nemmeno scaraventarci nella disperazione totale. Ha parlato del grosso problema “perchè i sentimenti”, trattandolo con l’innocenza di un ragazzo davanti ai grossi perchè della vita. E non sapendo quali scegliere, se li gode.
Non ho mai visto una Stefania Rocca così bella, affascinante e, secondo me, nel suo ruolo più bello. Ma se il film mi ha emozionato scena dopo scena, è stato anche grazie alla sorpresona che mi ha fatto il mitico Carlo Nazionale non solo citando Mr. Joe Cocker, ma addirittura mostrandolo in uno spezzone di un suo concerto (tra l’altro fatto a Berlino nel ’98 e non di certo a Nizza...ho pure il DVD!). Conosciamo benissimo la passione di Verdone per la vera grande musica, e nei suoi film ne parla sempre, ma come ha reso omaggio a Joe Cocker non mi pare l’avesse mai fatto con nessuno! E per me che sbarello da una vita per il Leone di Sheffield è stato un vero e sentito gesto d’amore.
“L’Amore è Eterno Finchè Dura” è uno dei film che mi appartengono di più. Sinceramente.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta