Regia di Peter Webber vedi scheda film
Filmuccio deboluccio non all'altezza del quadro e del pittore. Deboli sono la regia, buona parte delle interpretazioni degli attori, a tratti il montaggio (in particolare alla fine, la scena della partenza di Griet), le inquadrature ma soprattutto, e questo è imperdonabile in un film su Vermeer, la fotografia per almeno metà della pellicola. Reduce dalla visione di "Mr Turner", questa fotografia è un pugno nell'occhio, anzi negli occhi. Impeccabili le scene nella famosissima soffitta, con la luce che entra da sinistra, ma molto opinabili quelle negli esterni, con grana, dominanti varie, dal solito azzurro al giallo, passando per il verde, con il risultato che molte volte si ha l'impressione di assistere ad uno sceneggiato televisivo, ma di quelli scadenti. Colin Firth ha l'espressività di una motofalciatrice, e personalmente non riesco a togliermi dalla mente che assomigli al compianto Fabio Frizzi, che attore non era, con le conseguenze del caso. Unica nota veramente positiva Scarlett Johansson, che oltre ad avere le physique du role, ha anche la beauté du role, e si dimostra attrice sensibile, attenta, acuta. E pensare che per il ruolo era stata scelta Kate Hudson, che con quel faccione hollywoodiano sarebbe stata perlomeno non credibile. Pare che abbia rinunciato spontaneamente perché non voleva indossare il soggolo. Scusa o meno che sia stata, decisione felicissima. Ma peggio ancora sarebbe stata Kirsten Dunst, la seconda scelta, con quelle labbra tanto sottili che ci si può affettare il salame, quando invece il segreto del quadro sta tutto in quella bocca socchiusa e sensuale, sarebbe stato un disastro. Scarlett da sola ha salvato questo film.
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