Regia di Peter Webber vedi scheda film
Premettendo che NON ho letto il romanzo di Tracy Chevalier, sn andata al cinema a vedere questo film principalmente per Scarlett Johannson, che ho apprezzato moltissimo in "Lost in Traslation" e secondariamente per il fatto che amo molto i film in costume. Purtroppo, devo ammettere che la pellicola si è rivelata una delusione. Nulla da eccepire per la dettagliata e suggestiva ricostruzione storica, per i costumi e le scenografie, ma a questo film manca indubbiamente qualcosa. Partendo da un'idea di base molto buona e interessante, si ha come l'impressione che la trama sia inconsistente e smozzicata, che i dialoghi siano deboli e inutili. Il legame tra l'artista (un monocorde e capelluto Colin Firth) e la modella di estrazione plebea (una Johannson inespressiva e deludente) non viene approfondito in maniera soddisfacente: non vi è misterioso e furtivo gioco di sguardi, non vi è tensione emotiva, non vi è sostanzialmente PASSIONE in questo film freddo e patinato. Riusciamo soltanto a intuire il genio del Maestro Vermeer, riusciamo soltanto a intuire la fervida immaginazione e l'intelligenza racchiusi nell'animo della servetta Griet, e non riusciamo assolutamente a partecipare del loro legame, non siamo nemmeno sicuri se alla fine i due hanno sperimentato qualcosa di più di una semplice attrazione 'visiva'. L'unico dato positivo, a parte ambientazione e costumi, è la resa della fotografia, che riesce a trasmetterci l'atmosfera pittorica olandese, tutta giocata sulla luce e la sua resa sui colori, tanto da farci toccare con mano la suggestione dei grandi maestri olandesi del '600. Ma mi sembra onestamente troppo poco per un film che aveva l'ambizione di narrare la grande storia di "affinità elettive" che riposa dietro la superficie di un capolavoro come la "Fanciulla con Turbante".
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta