Regia di Peter Webber vedi scheda film
Punto primo viene spontaneo domandarsi se il film tenti di ricostruire cosa ci sia dietro ad una famosa opera d'arte oppure se s'interroghi sul processo artistico tout court. In questo senso, punto secondo, credo che ci sarebbero stati altri artisti molto più interessanti di Vermeer da mettere in scena sotto l'aspetto del tormento che porta alla creazione dell'opera d'arte. Punto terzo va riconosciuta al film la capacità di ricreare le atmosfere dell'epoca in una maniera a dir poco perfetta, forse perfino patinata, rispetto alle opere dell'epoca che sono giunte fino a noi. Manca però una qualsivolgia idea di sceneggiatura, uno sviluppo drammatico che possa rendere interessante un'operazione che, condotta com'è stata condotta dal regista britannico Peter Webber, memore in alcuni momenti di atmosfere che sembrano derivare da Greenaway, resta fredda e vuota. Mentre la storiella d'amore di Griet (Johansson) con il garzone del macellaio (Murphy) non convince per niente, tutto il resto è aria fritta in confezione lusso. Tra gli attori la migliore è sicuramente l'anziana Judy Parfitt.
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