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Primo amore

Regia di Matteo Garrone vedi scheda film

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La recensione su Primo amore

di maghella
9 stelle

 

Sonia...ehi, mi ascolti? Non capisco bene se non ci sei...non ci sono neanche io in un certo senso, mi sembri indietro con la testa...non sei ancora a 45 kg, sei ancora a 50...e io sono più avanti perché penso già a quando sarai a 40...perciò in questo senso nessuno dei due è qui in questo momento (…) quando tu arriverai a 40 -e ci arriverai anche con la testa- io sarò già lì e finalmente ci saremo tutti e due...e cominceremo a vivere!

Vittorio e Sonia si incontrano dopo essersi contattati solo per lettera e per telefono. Vittorio rimane inizialmente deluso dalla ragazza che credeva più magra. Sonia rimane ferita da questa considerazione che trova ingiusta. Questo incipit non preclude però la loro conoscenza. Sonia e Vittorio cominciano una relazione che diventa da subito esclusiva.

Sonia lavora in un piccolo negozio equo e solidale e fa la modella per gli studenti di arte. Vittorio ha un piccolo laboratorio di oreficeria. I due vanno presto a convivere e Sonia, per compiacere Vittorio, comincia una dieta molto dura per perdere peso.

Vittorio è abituato a lavorare con le piccole cose preziose, ad arrivare all'essenza della materia, realizzando il gioiello finale. Con Sonia comincia un lavoro di convincimento per modellarla secondo le proprie aspettative. Levare tutto quello che è in più per arrivare al vero senso dell'essere. Per Vittorio vedere cosa c'è “dentro” è fondamentale, mettere a nudo il corpo della sua donna, ammirarla e renderla l'ombra di sé stesso.

Sonia inizialmente affronta tutte le rinunce alimentari in nome del nuovo amore, con entusiasmo si priva di ogni piacere... fino a quando sopraggiunge la paura di non riuscire a dimagrire di più.

L'amore e l'entusiasmo lasciano il posto all'angoscia, all'ansia e alla fame.

Una discesa agli inferi, in cui amore e ossessione si mescolano, confondendo il senso della realtà delle cose. Vittorio e Sonia si isolano sempre di più, perdono il lavoro, i legami con amici e parenti, rimangono soli in balia delle reciproche fragilità e difficoltà.

Nel momento più difficile per Sonia, quando la fame ha preso il sopravvento su tutto, riesce ad avere finalmente un moto di ribellione e a comprendere che deve sopravvivere e per farlo deve eliminare l'orco che l'ha imprigionata.

 

Quinto film per Matteo Garrone, liberamente ispirato al romanzo “Il cacciatore di Anoressiche” di Marco Mariolini -il così detto serial killer delle anoressiche-.

Dopo “L'imbalsamatore”, una seconda storia d'amore criminale, molto cruda e sottile. Ogni scena è una lama sottile che si insinua nel racconto, che prende piano piano le tinte di un horror.

Michela Cescon è Sonia, per questo ruolo così importante e difficile, l'attrice accettò di dimagrire di molti chili durante la lavorazione del film. Per questo motivo il film è girato in sequenza cronologica. Questo ha permesso non solo di vedere il dimagrimento e il deperimento fisico di Sonia, ma anche quello psicologico e mentale. Girare in sequenza aiuta molto ad entrare meglio da parte degli attori nell'essenza del film, si entra in contatto con la vera natura della storia che seguendo il percorso naturale delle vicende, riesce a crescere emotivamente.

 

Vitaliano Trevisan è Vittorio. Travisan è stato inizialmente, insieme a Matteo Garrone e a Massimo Gaudioso, uno degli sceneggiatori. La scelta di farne il protagonista è venuta di conseguenza, quasi una metamorfosi dello scrittore in attore, una prova superata a pieni voti.

Matteo Garrone utilizza il linguaggio di un racconto horror, una favola nera (purtroppo ispirata a fatti realmente accaduti), rende liberi i personaggi di improvvisare e di creare così anche alcune situazioni imbarazzanti che si vedono.

Una delle scene più dure è quella di quando Sonia si prova un abito in un negozio. Sempre sotto l'occhio attento e vigile di Vittorio, la ragazza deve rinunciare ad un abito svolazzante e colorato che le piaceva molto, a favore di uno più attillato e nero, che le mette in evidenza la magrezza sempre più scheletrica. La fatica di Sonia nell'infilare il vestito è pari a quella di una nuova nascita, quasi una uscita uterina sofferta e drammatica. Sonia una volta che si guarda allo specchio scoppia in un pianto disperato. Pare che questa crisi isterica sia stata vissuta realmente da parte di Michela Cescon durante una pausa tra le riprese. La Cescon ascoltò un discorso tra Garrone e i suoi collaboratori che erano preoccupati perché l'attrice non riusciva a perdere peso quanto avrebbero voluto. Questa insicurezza, questo carico di ansia per i traguardi non raggiunti, provocò una crisi isterica della Cescon, che in seguito riuscì a riportare nella scena del provino.

 

Vittorio mangia in presenza di Sonia, quasi a sfidarla al suo digiuno diventato ormai forzato sotto le sue minacce. Anche durante le pause del film la Cescon mangiava il suo misero pasto insieme agli altri colleghi, che le mangiavano davanti tutto ciò che a lei era momentaneamente proibito. Questo stato di cose durante la lavorazione, insieme alla sequenza cronologica delle scene, ha permesso un risultato emozionale funzionale alla riuscita del film. Un film complesso e duro, fino alla fine.

Ottima anche la colonna sonora della Banda Osiris, che venne premiata al Festival di Berlino del 2004.

 

Note Personali.

Ho avuto modo di incontrare Matteo Garrone in occasione di una sua premiazione in un piccolo festival locale. Durante il dibattito lo stesso Garrone affermò che Primo Amore è il suo film più difficile, sicuramente quello che è piaciuto meno al pubblico... che lui stesso sconsiglia a chi ha uno “stomaco delicato”. In quella occasione mi feci autografare 2 fotografie del film: “a me e a un mio amico è piaciuto tantissimo!!”.

 

 

 

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