Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Garrone sviluppa le tematiche morbose del precedente “L’imbalsamatore”, ambientando ancora una volta nel Nord Italia una vicenda estrema. Dal punto di vista stilistico, “Primo amore” e’ piu’ composto ed equilibrato rispetto a “L’imbalsamatore”; la cura formale e’ evidente, cosi’ come l’estetica garroniana e’ ribadita attraverso una messinscena iperrealista, con echi noir, atmosfere lynchane e risvolti fassbinderiani (e’ una storia d’amore che si trasforma in una storia di possesso e sopraffazione). Il problema del film sta nella sua irrisolutezza a livello tematico: i discorsi alti, ambiziosi, sui temi del patologico rapporto mente/corpo e dell’ossessione erotica, non hanno la lucidita’ e la compiutezza che solo i grandi film possiedono.
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