Regia di Luciano Cannito vedi scheda film
Arrestato ingiustamente durante Tangentopoli, il padre di Margherita (Belvedere) si uccide e lei finisce a fare la maestra in un paesino della Calabria. Si scontra con la realtà locale, ma conquista i ragazzi. Quando decide, per stimolare negli alunni l’apprendimento dell’inglese, di intraprendere una corrispondenza con un americano, capita che quello sia in realtà un indiano d’America condannato alla sedia elettrica. Nascono varie complicazioni: i genitori si oppongono alla corrispondenza, e i ragazzi decidono di nascondersi. Non si sa cosa sia peggio, in questo pastrocchio che è tra i più brutti film dell’anno: la costruzione sbilenca (con un prologo inutile e trame secondarie infilate a forza), o i dialoghi leziosi e retorici? I personaggi, stereotipi ambulanti? La direzione degli attori, o esagitati o legnosi, è terribile, e lo stile della regia alterna sciatterie a impennate da videoclip con effetti digitali nei momenti meno opportuni? Sleale nell’uso dei bambini e nel mobilitare tutti i “grandi temi” possibili, il film farebbe anche indignare. Ma non vale la pena, perché non è quasi uscito in sala. In compenso, ha usufruito dei fondi pubblici per gli esordienti.
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