Regia di Luciano Cannito vedi scheda film
Ho visto il film, casualmente, in una sala di torino. Scrivo solo perche sono indignato per cio che ha scritto il vostro critico(tale morreale). Io mi ritengo un cinefilo(nel senso che vedo moltissimi film, tra cui anche quelli italiani), e, avendo la fortuna di viaggiare per lavoro all'estero, so cosa pensano della nostra cinematografia i giornali e gli spettatori medi(ma tralascio di raccontarne in questa sede i giudizi). Il nostro morreale(si fa x dire nostro) usa un linguaggio cosi pesante e irrispettoso, da far ritenere allo spettatore ingenuo che ci troviamo di fronte ad un film patetico di fronte ad un grande e valente offerta di cinematografia nazionale. Ci troviamo di fronte alla classica malafede nostrana(nota sin dai tempi del fascismo), che usa scagliarsi pesantemente con i deboli per essere poi proni con i forti. Naturalmente la realta e ben diversa: la lettera, per bocca di morreale, e un'opera prima. Ora, che cosa vuol dire fare un'opera prima in Italia? Ma anche una seconda, terza, quarta, ecc. Vuol dire fare film produttivamente poveri e con produttori approssimativi, vuol dire, per il malcapitato di turno, tentare di fare cinema in un Paese che ormai ha dimenticato come si fa. Ho letto, in questi giorni, cronache entusiastiche per film come Non ti Muovere e Primo Amore. Il primo ha una regia inesistente e vuoti di sceneggiatura preoccupanti(ma il nostro morreale si sara gasato a vederlo), il secondo semplicemente non ha un soggetto cinematografico. Ma siccome parliamo di produzioni potenti e gente potente, allora stiamoci belli proni di fronte a loro, e nascondiamoci pure la verita. La lettera e sicuramente un film non riuscito, ma non meritava, a fronte di cio che ci propone il nostro panorama nazionale, un trattamento cosi vile da parte di chi avrebbe il dovere di informare gli spettatori. Mi ritengo fortunato di potere vivere gran parte del mio tempo all'estero, perche proprio non ne se ne puo piu della menzogna elevata a sistema in questo Paese.
una giovane ragazza lombarda vede precipiatre tutta la dua vita in un incubo, a causa del suicido del padre. In Calabria, dove alcune vicende la fanno finire, provera a risalire la china grazie all'aiuto di alcuni alunni di una scuola elementare e alla corrispondenza con un condannato in un braccio della morte di un penitenziario americano.
la cambierei perche e troppo invadente
il montaggio, l'inizio e la fine
scadente, ma piena di buona volonta nel riceracre un linguaggio
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