Regia di Anthony Minghella vedi scheda film
“Via col vento” ha mezzo secolo di vita, eppure ero riuscito ad evitarlo, confesso non l’ho mai voluto vedere. Purtroppo è bastato andare alla proiezione di questo film per rimediare al "grave peccato" che ho commesso nella mia vita. Minghella ha riproposto il mitico film di Rossella O’Hara con il pretesto di un romanzo di Frazier, ma la storia è sempre la stessa: l’amore, la guerra fraticida, la lontanaza, il ritorno e soprattutto la tragedia quando sembra arrivare la felicità. Certo il cinema deve raccontare anche tutto ciò, ma non sotto la forma di fotoromanzo. E’ evidente che il regista ha trovato tanti soldi per girare questo feuilletton , altrimenti, se sacrificato, ne sarebbe venuto fuori una fiction televisiva. Tutto è telefonato e prevedibile, anche se recitato all’altezza dei nomi degli attori protagonisti, tutti bravi e misurati.
Preciso, misurato, personaggio cucito addosso alla perfezione. I primi piani valorizzano la dolcezza del suo sguardo, la dolcezza del carattere del personaggio, l’essenza insomma di questo rurale e patriottico giovanotto.
Inutile ripetersi ogni volta che la si vede all’opera. Lei è sempre perfetta, anche perché bella. Ma non si può ovviamente candidarla tutti gli anni all’Oscar.
Ormai è scatenata: dopo il successo (quanta acqua è passata da “ Jerry Maguire”?) ha iniziato a gigioneggiare. E’ bravissima, ma ormai segue le orme di Jack Nicholson e di George Clooney, i campioni olimpionici del gigioneggio. Qualche smorfia in meno e sarebbe stata perfetta.
Solito grande attore, esperto ed efficace.
Bravo ma non eccellente. Bravo nello scegliere un paesaggio che si scambia veramente per le montagne americane. Bravo nella battaglia e nei primi piani degli attori. Ma non emoziona mai:
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