Regia di Francesca Comencini vedi scheda film
Segretaria in un'azienda romana, donna mite e sola, con padre in casa di riposo e figlia undicenne a carico, poco sindacalizzata, Anna è vittima di una manovra, predisposta dall'alto, di mobbing verticale che la costringe a dimettersi. Questo piccolo film è una mosca bianca nel panorama cinematografico italiano: Francesca Comencini vuole esporre e far conoscere un problema che ormai dilaga nelle aziende nostrane e non, con un intento finanche didattico. Forte e determinato come un pugno nello stomaco, essenziale, irritante, molesto, necessario: indignarsi non è reato. Piccola e preziosa opera assai coinvolgente e appoggiata dal sindacato CGIL di Roma centro, che ha contribuito anche alla scelta di impiegati, operai, sindacalisti. Meritano una menzione le sequenze con gli operai nel magazzino, ricche di efficacia e partecipazione, specialmente da parte della protagonista. Forse andrebbe mossa qualche critica verso il comportamento di Anna: appare sottomessa, ingenua, masochista e la sua ribellione risulta tardiva. “Ma, forse, è una riserva che nasce dall'ignoranza del contesto, di un fenomeno sociale tipico dell'attuale fase caotica e sregolata del neocapitalismo mondializzato” (Morando Morandini). Nicoletta Braschi al top come mai.
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