1921: l'Armata Rossa entra a Odessa provocando l'esodo di tutti gli stranieri. La comunità greca torna nella sua terra d'origine e si insedia sull'estuario del grande fiume che si getta nel Mediterraneo. Alexis e Heleni scoprono di amarsi, ma il padre di lui, rimasto vedovo, vorrebbe sposare la stessa ragazza. Così i due giovani si rifugiano a Salonicco; passa il tempo e diventano genitori di due bambini, ma la miseria impone una separazione: Alexis parte per l'America...
Note
Con ammirevole fedeltà, Angelopoulos torna a temi e atmosfere a lui cari: la rivisitazione poetica della Storia del Novecento, l'Europa come luogo di transiti e nomadismi (anche tragici), il ruolo impotente e sublime dell'Arte. Niente di nuovo, certo, rispetto a quanto già detto (in maniera più rigorosa e innovativa) ai tempi di _La recita_. Rispetto a molti suoi film recenti, però, il regista accentua il lato di narrazione storica piuttosto che i (pericolosi) voli poetici. Il risultato è più strutturato, concreto, affascinante. La quieta epopea del fisarmonicista scorre fluviale su melodie d'altri tempi. Si può amarlo o no, ma Angelopoulos è un gigante tra nani.
Ancora lo devo metabolizzare, per ora mi viene solo da scrivere un verso di una canzone dei CSI: «…secolo osceno e pavido/grondante sangue e vacuo di promesse". Per comprendere il '900 Angelopoulos è il regista giusto.
Anghelopulos è stato il regista del piano-sequenza, quello che forse ha saputo sfruttare meglio in chiave espressiva le possibilità offerte da questa tecnica di ripresa. Ne La sorgente del fiume torna a farne un utilizzo abbondante, come ne La recita, e si tratta spesso di piani sequenza molto lunghi e virtuosistici in cui succedono un sacco di cose, come ad esempio quello di circa dieci… leggi tutto
Condivido il parere di tanti utenti,ritmo lento e mollemente statico ma e' innegabile che lo sfondo e i drammi che si succedono sono importanti.Anghelopulos ha gia' trattato altre volte il periodo dell'avvento dell'ocupazione nazista in Grecia.e se solo avesse spinto un po' di piu' sul ritmo,sarebbe stato un film capolavoro. leggi tutto
IL MOTO ONDOSO DELLE PARTICELLE
I russi li cacciano da Odessa, gli elementi dai dintorni di Salonicco, poi ci pensano la guerra, la politica e la miseria a completare l'opera disperdendoli per il mondo. Il film riproduce il moto ondoso lento e inesorabile che sfalda una comunità di esuli greci. Gli uomini si aggrappano, costruiscono, danno nomi evocativi fatti per segnare, per durare,… leggi tutto
Undici anni fa, il 24 gennaio, a 76 anni, moriva Theo Angelopoulos. Travolto dalla motocicletta di un poliziotto fuori servizio mentre attraversava una… segue
Una comunità greca è costretta a rientrare in patria dall'arrivo dell'Armata Rossa nel 1921 a Odessa. Tra loro Heleni e Alexis, che si amano e che per sottrarsi al padre di lui, che - rimasto vedovo - vorrebbe la ragazza in sposa, sono costretti a fuggire a Salonicco. Alexis sbarca il lunario suonando la fisarmonica, poi emigra in America ma il soggiorno e la conseguente…
Esistono i film preferiti (cinque, sette, dieci che dir si voglia), esistono i film che più si detestano (vedi sopra), esistono i film che fanno cordiale antipatia ma non si può non ammettere siano importanti…
Condivido il parere di tanti utenti,ritmo lento e mollemente statico ma e' innegabile che lo sfondo e i drammi che si succedono sono importanti.Anghelopulos ha gia' trattato altre volte il periodo dell'avvento dell'ocupazione nazista in Grecia.e se solo avesse spinto un po' di piu' sul ritmo,sarebbe stato un film capolavoro.
Atene, 24 gennaio 2011 - "Theo Angelopoulos è morto ieri sera, fatali le ferite riportate dopo essere stato investito da una moto mentre attraversava la strada ad Atene. La fine del regista greco è annunciata…
Anghelopulos è stato il regista del piano-sequenza, quello che forse ha saputo sfruttare meglio in chiave espressiva le possibilità offerte da questa tecnica di ripresa. Ne La sorgente del fiume torna a farne un utilizzo abbondante, come ne La recita, e si tratta spesso di piani sequenza molto lunghi e virtuosistici in cui succedono un sacco di cose, come ad esempio quello di circa dieci…
Il bagaglio del profugo è leggero, perché è fatto di sogni razionalmente ridotti all’osso, tanto scarni da essere poco più che lucidi obiettivi. Gli esodi sono lenti movimenti di massa, ordinati dalla stanchezza e dalla necessità di restare uniti, di sostenersi gli uni con gli altri. Non c’è gioia nella corsa vero la salvezza, né…
IL MOTO ONDOSO DELLE PARTICELLE
I russi li cacciano da Odessa, gli elementi dai dintorni di Salonicco, poi ci pensano la guerra, la politica e la miseria a completare l'opera disperdendoli per il mondo. Il film riproduce il moto ondoso lento e inesorabile che sfalda una comunità di esuli greci. Gli uomini si aggrappano, costruiscono, danno nomi evocativi fatti per segnare, per durare,…
E' il mio battesimo con Anghelopoulos: non avevo ancora visto niente prima di questo autore. Obiettivamente, è difficile non rimanere estasiati dalla potenza visiva di questi magistrali piani-sequenza. Una simile ipnosi mi aveva colto, fino ad ora, solamente con qualche momento di Tarkoskij o Tarr (in attesa di recuperare Jankso). Quello che colpisce, nella Sorgente del…
paesi Ellenici alquanto rurali e fluviali fanno da sottofondo ad una lunga storia pesante,lenta e triste ma triste che per tutto il film si respira un'aria di malinconia mista a torpore che raramente ci si ricorda di aver sentito sprigionarsi nell'animo dello spettatore.voto.4.
Il pianosequenza è una tecnica cinematografica che consiste in un'inquadratura piuttosto lunga, caratterizzata da un'ininterrotta continuità temporale, che svolge di per sé il ruolo di un'intera…
Chi ci abita vicino li conosce, ci parla. E sa che sono vivi non solo perché sono in continuo movimento alla ricerca del mare. Per questo alle volte il fiume non è scenario: in certi film la sua natura è forte e…
Ricerca della felicità individuale, fughe da realtà invivibili, esodi di massa in presenza di circostanze drammatiche. L'uomo si mette in movimento, spesso con dolore a volte con gioia e speranza, e lascia la sua…
Immagini stupende ma che incredibile noia!!! Il film non ha un minimo di ritmo, sono 170 minuti dispersivi e abbastanza muti, in cui ci si perde e si fa fatica a tenere le palpebre aperte. La fotografia è notevole, la poesia sarà anche tanta, ma sinceramente questo film è insostenibile. Voto: 4. p.s.: grazie comunque al solito Ghezzi che ci ha permesso di vederlo in tv.
Bisogna distinguere il film dalla storia e dalla storia personale che poi incredilbilemente nel finale si assume a simbolismo; la storia inzia benissimo, ma poi si confonde e si frastaglia disperdendosi, quella personale segue di pari passo la storia con la S maiuscola, complicando e diluendo certi momenti di grande cinema.
Si, ci sono momenti e riprese di grande cinema, cosa che non capita…
Una manciata di film, visti una sola volta durante la mia "carriera" di spettatore, che ancora non mi è capitato di rivedere..ma mi piacerebbe molto...per scoprire se le emozioni sono sempre intense...
Quando si decide di usare un ritmo lentissimo, con panoramiche lentissime (alla Dreyer), pochi dialoghi, si corre sempre un rischio. In questo caso la scelta di Angelopulos era logica. Peccato però che il film emozioni poco. La lentezza non sempre giova perché invece di far riflettere lo spettatore e rendere la sequenza più profonda finisce per annoiare. Alcune scene sono struggenti, ma il…
L'attesa per ogni nuovo film di Anghelopoulos è sempre carica di dubbi e possibili emozioni. Dubbi perchè ultimamente ha preso delle sbandate notevoli, possibili emozioni perchè riesce con una messinscena semplice e allo stesso tempo complicata a creare sequenze di una bellezza struggente. Il suo ultimo lavoro per fortuna riesce a dissipare i dubbi e ci regala, per chi ha la bella follia di…
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Commenti (2) vedi tutti
7.5
commento di nico80Ancora lo devo metabolizzare, per ora mi viene solo da scrivere un verso di una canzone dei CSI: «…secolo osceno e pavido/grondante sangue e vacuo di promesse". Per comprendere il '900 Angelopoulos è il regista giusto.
commento di painkiller1976