Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
I Vanzina decidono di cimentarsi in una prova stilistica ed intellettuale ben al di sopra delle loro potenzialità: realizzare un film interamente composto di barzellette, una via l'altra. Purtroppo per i figli dell'immeritevole (di loro) Steno, l'argomento era già stato esaurito adeguatamente da una nutrita serie di pellicole demenziali di serie C girate fra i tardi '70 e gli anni '80; inarrivabile per i limiti dei Vanzina, per dire, un La sai l'ultima sui matti? (Mariano Laurenti, 1982), che peraltro mostrava un campionario di scenette decisamente più argute e raffinate di questo Le barzellette. Ad esempio, là c'era Bombolo che telefonava ad un numero a caso e chiedeva "Signora, c'ha l'acqua? Sì? E allora ci si pulisca il culo!", ma qui si riesce a precipitare persino più in basso del più becero trash; un esempio? Proietti cameriere che, dopo aver tenuto un dito nella minestra e nel purè dell'avventore, gli dichiara di ficcarselo in culo fra una portate e l'altra (i termini utilizzati sono questi, perdonate i delicati francesismi). Cosa fa ridere? La parolaccia, fine a sè stessa (altrove sono le più classiche funzioni corporali, tipo la storiella della regina d'Inghilterra che scorreggia come un cavallo o il turista che deve "cagà" al museo). Ma si tratta in ogni caso di situazioni di una banalità estrema, non c'è fantasia, non c'è guizzo nemmeno negli attori, alcuni pure buoni (oltre a Proietti ci sono Buccirosso, Messeri, Vito e qualche nome decente, sebbene discutibile in termini di repertorio, come Biagio Izzo o Enzo Salvi). Piattissimo nella confezione e nella realizzazione dei singoli sketch, Le barzellette è un prodotto dichiaratamente fallimentare sul piano artistico (ma premiato al botteghino, e ci mancherebbe altro che gli italiani si facessero macare una simile delicatesse), fuori tempo massimo di circa un quarto di secolo. Ovvero un qualsiasi film dei fratellacci. 2,5/10.
Serie di barzellette.
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