Regia di Isabel Coixet vedi scheda film
Ann, ventitré anni, due figliolette, un marito operaio, un impiego modesto come donna delle pulizie, una roulotte nel cortile della madre per casa, dopo un malore scopre di avere un cancro e poche settimane da vivere. Tiene gelosamente per sé la notizia e una sera in un bar fa la lista delle cose da fare prima di morire. Prepara l’elaborazione del lutto degli altri, cerca una nuova moglie per il marito e una nuova madre per le figlie, registra (una delle scene più toccanti) gli auguri di compleanno per le bambine per tutti gli anni in cui lei non ci sarà più e non potrà vederle crescere, vuole una prima e ultima storia d’amore (Mark Ruffallo) fuori del matrimonio. Vuole che non ci siano parole non pronunciate, pensieri non comunicati, emozioni non condivise (Isabel Coixet ha scritto e diretto Le cose che non ti ho mai detto). È un congedo, con qualche ripetizione, qualche facile automatismo di sceneggiatura e qualche stonatura nei ruoli secondari, dagli oggetti e dagli affetti che ci tengono incollati al breve intervallo concesso ad ognuno per affacciarsi sull’aldiqua. La protagonista non intende né fare patti né esorcizzare né controllare la morte e la regista non sembra aver voglia di tenerezza. Gli attori, da Sarah Polley ad Amanda Plummer, sono, per la macchina da presa, facce spogliate.
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