Regia di Jean-Paul Rappeneau vedi scheda film
Nella marea di fuggiaschi che lasciano Parigi invasa dai tedeschi, fra disfattisti, patrioti, traditori e spie, ci sono anche un ministro opportunista, una diva cinematografica sua amante, un aspirante scrittore che è finito in galera per aiutarla, un simpatico ladruncolo che è evaso insieme a lui, un fisico con giovane e graziosa assistente. Come succede in certe commedie, il ritmo frenetico serve a nascondere la pochezza di inventiva: qualche volta si ride, ma per lo più si assiste a un affannoso agitarsi di personaggi incapaci di star fermi che si muovono in ambienti circoscritti dove tutti finiscono per incontrare tutti nei momenti prestabiliti. A differenza di quanto scrive Gervasini nella sua recensione, sarei portato a non sopravvalutare l’intenzione di rivisitare in toni scanzonati una pagina buia della storia recente, tanto più che la ricostruzione d’epoca mi sembra piuttosto allegra (in particolare, non mi risulta che nel 1940 la Francia stesse già sviluppando un programma nucleare): è più che altro un tourbillon sentimentale. Forse non meriterebbe neanche la sufficienza, ma perché infierire?
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