Regia di Claudio Bondì vedi scheda film
Qualche anno dopo il sacco di Roma (410 d. C.), l’impero è in sfacelo e, tra barbari maleducati e cristiani intolleranti, è dura la vita per gli ultimi rappresentanti della civiltà romana. L’ex prefetto di Roma, Rutilio Namanziano, decide di tornare a Tolosa, nella propria patria, e prende la via del mare perché le strade consolari sono ormai malsicure. Il resoconto del suo viaggio, ritrovato dagli umanisti nel ‘400, fu intitolato De Reditu, ”il ritorno”. Oggi Bondì, ex allievo di Rossellini e regista televisivo, filma un adattamento del testo di Rutilio Namanziano che guarda proprio al modello del Rossellini televisivo, e spunta dunque come un Ufo nel cinema italiano d’oggi. La povertà economica della messinscena è a tratti desolante (anche se il film è “di interesse culturale nazionale” e dunque finanziato dallo Stato), il casting non sempre azzeccato, alcune cadute di gusto lasciano perplessi (il ralenti dei cavalli). Lo sforzo di attenzione che il film richiede non è compensato da particolare intensità di sguardo. Salvano in parte il film alcuni set ben scelti, e l’episodio finale con il notabile Herlitzka che, superato dai tempi, compie uno stoico suicidio.
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