Regia di Shohei Imamura vedi scheda film
Uno dei film più visionari e fantastici che il cinema nipponico abbia mai prodotto...
Quest'opera antropologica di ben 3 ore, mostra in modo eloquente e anche allucinante, come la civilizzazione abbia rovinato e condizionato, oltre che schiacciato, l'ancestrale per dare spazio alla muffa modernità, fatta di impressioni, illusioni e atrofizzazione. L'ancestrale, seppur selvaggio e privo di razionalità era circondato e saturo di misticismo, mistero e immortalità, mentre il moderno con superficialità prende ciò che gli garba dall'ancestrale e ci fa invece che un cimelio, un incenso, e lo lascia spegnere fioco in breve tempo, cancellando il significato immortale e misterioso che conteneva in principio.
Storia narrata da una vittima della civiltà, e messo da parte snobbato, mentre le allucinazioni e paranoie colpiscono le menti degli antichi presi dalla realtà accettata dal moderno, una civiltà senza Dio nè Sè.
Cinepresa immobile ma costantemente dinamica.
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