Regia di Aleksandr P. Dovzenko vedi scheda film
Il mondo non ha catene, così come l’uomo quando nasce. Dovženko unisce l’eterna libertà della natura a quella dei contadini che espropriano la terra dei ricchi – i famosi kulak – scavando nel corpo dei protagonisti la sofferenza di lotte interminabili, accompagnate da spensierati momenti liberatori che culminano, ironicamente, con l’ennesimo colpo di pistola; l’ultimo arretramento prima della resa dei conti secolare: il peso di catene gettate a terra, senza più cercare scuse.
Volti malinconici persi nei timidi raggi del sole, campi sconvolti dal primo trattore giunto nel kolchoz – e dall’immancabile montaggio frenetico – il perpetuarsi in mezzo al nulla di una vita modesta ma ricca; un pezzo di storia lontano da tutto: la meraviglia più grande di questo Terra è proprio la capacità di risvegliare i sensi dello spettatore, mettendolo davanti ai propri sentimenti più puri e lontani.
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