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Strada a doppia corsia

Regia di Monte Hellman vedi scheda film

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La recensione su Strada a doppia corsia

di carlos brigante
8 stelle

"Two-Lane Blacktop" è un road movie dell'andare (senza meta) più che del viaggiare. Non rappresenta la metafora del viaggio di formazione. Non si va per conoscere; si va e basta schiavi della propria routine.
Monte Hellman dà, quindi, vita ad un road movie dal "basso profilo", evitando volutamente di corrompere lo spettatore con sfide automobilistiche mozzafiato o ammiccamenti vari. Le uniche accelerazioni sono quelle delle auto in netto contrasto con l'andamento lento e le pause delle azioni (seriali). I personaggi sono solitudini disilluse che vagano per gli ampi spazi di un'America anonima. Sono essi stessi esseri anonimi (il pilota, il meccanico, l'autostoppista, G.T.O.) fagocitati da un ambiente sempre uguale.
La mdp di Hellman, quando esce dagli angusti abitacoli, rispecchia perfettamente questo senso di anonimia e di disorientamento: inquadrature (spesso) ferme e profonde, dove l'uomo si disperde nel nulla. Inquadrature che richiamano al western classico, ma in cui non vi è nulla di epico.
"Two-Lane Blacktop" è un'opera  idolatrata da Enrico Ghezzi; perciò non ci sono parole migliori per concludere questa breve recensione (tratte da "paura e desiderio cose (mai) viste"):

"In questo tuttora unico cineasta 'cormaniano', uomo da 'deserto dei segni', Hellman finiva il suo film filmando come l'impossibilità dell'accelerazione assoluta al cinema. Filmava l'impossibilità del cinema, riproduceva  le critiche godardiane mediante il trucco di cui è sbadatamente capace qualsiasi operatore incapace: il gonfiarsi e bruciarsi della pellicola. Di nuovo, un'immagine totalmente fisica, e insieme impossibile e dimostrante il grado grottesco dell'utopia-cinema: perchè non è dentro il proiettore, in questo caso, la pellicola che brucia, ma dentro la macchina da presa stessa che si ribella al 'reale '. Il cinema: un rogo, un falò di pellicola, una velocità di vita catastrofica che diventa immobilità di figure 'figèes' o di pellicola intrappolata. Un 'incidente' che è realta ma non 'incide' sulla realtà".
                 

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