Regia di Eric Bress, J. Mackye Gruber vedi scheda film
Tratto da una novella del genio di Ray Bradbury, sceneggiato dagli stessi registi Bress e Gruber con discreta voglia di rischiare, The butterfly effect risulta sicuramente una delle opere più complesse e azzardate del cinema di fantascienza/horror degli ultimi anni(anche perchè il genere ha subito una radicale deviazione nello splatter insensato, il remake, il ladrocinio dalle produzioni orientali o l'amore per le sceneggiature apocalittiche/moraliste).
Il rapido montaggio che compone e ricompone il tessuto della vita di Evan(o potremmo anche dire delle sue numerose "vite") destabilizza ma coinvolge lo spettatore nella ricerca disperata di una via d'uscita dalle relazioni infantili del protagonista ed il loro effetto distruttivo sul futuro(i migliaia di possibili presenti), fino al finale pervaso da pura amarezza, che ribaltando completamente l'idea di happy end con la riunificazione delle anime gemelle, pone invece inquietanti dubbi e domande.
Citazioni della fantascienza si mescolano a considerazioni psicologiche sul trauma, elucubrazioni filosofiche sulla predestinazione ed il modo in cui la vita di ciascun individuo è connessa a quella degli altri, fino ad indagini "ai confini della fisica teorica" sui viaggi nel tempo.
E alla fine, pur trovandoci di fronte ad una produzione made in Usa, che pone necessariamente l'accento sull'azione e una sequenza frenetica di mutamenti shock della vita di Evan, l'intera operazione possiede la giusta dose di inquietudine e sincerità da coinvolgere, fino ad aprire la mente ad un viaggio cupo e disturbante, ma che vale la pena di fare.
Gli attori se la cavano, compreso Kutcher, che non è mai stato "una cima", ma risulta comunque gradevole e adatto al personaggio.
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