Regia di Nello Rossati vedi scheda film
Un film che non ha ragion d'essere, tanto che lo stesso Montagnani lo definiva «una cazzata». Non fa ridere quasi mai, ha un filo logico sottilissimo e lo sostiene a fatica, come in una farsa goliardica scritta da un gruppo di studenti dell'ultimo anno di liceo. Le gag sono stiracchiatissime, tutte basate sulla morte e sul fatto che gli zombi non possono morire perché sono già morti: il film di Nello Rossati non vale niente né come parodia della "Notte dei morti viventi" (1968) né di "Zombi" (1978), ed è, insomma, una nullità cinematografica. Si salvano soltanto alcune scene con Daniele Vargas che batte continuamente la testa e quelle in cui è presente il comico fiorentino Ghigo Masino nella parte di uno psicopompo («stai attento alla strada!» gli dicono i quattro zombi, ai quali lui risponde «e voi state attenti a i' culo, perché tra voi c'è qualche buhaiolo!»). Penose le interpretazioni dei pur bravi attori, a cominciare da Montagnani, costretto ad un improbabile accento brianzolo. Imbarazzante, veramente imbarazzante, l'interpretazione di Tullio Solenghi. Alla fine arriva Nadia Cassini - con tutta l'aria di non avere minimamente capito dove sia capitata - che ovviamente mostra e dimena il suo celeberrimo popò.
(Chiamiamola trama...): Un becchino appassionato di libri horror trasforma involontariamente in zombi tre cadaveri che sta vegliando. Morto a sua volta per lo spavento, viene trasformato in zombi dagli zombi che aveva appena ridestato. I quattro zombi cominciano la caccia per il cibo, ovverosia per la carne umana.
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