Regia di Edgar Reitz vedi scheda film
Mi sembra l'episodio di Heimat 2 che meglio testimonia l'inarrivabilità del capostipite. Non che sia fatto male, ovviamente, ma persegue uno schema che, giunto alla nona puntata (se così è possibile definirla, visto che si tratta di film che potrebbero sussistere autonomamente), mostra una certa ripetitività e si incentra su personaggi talvolta marginali o poco interessanti. Qui si parla dell'ereditiera Elizabeth Cerphal, la mecenate del gruppo di studenti ed aspiranti artisti che si riuniscono (o meglio: si riunivano) nella Tana della Volpe. L'impressione è che, nella realizzazione di questa seconda serie, per l'impalcatura della sua nuova costruzione Reitz si sia ispirato, più che al suo Heimat, al Decalogo di Kieslowski. Il che non sarebbe un male di per sé, ma denota, rispetto ai due archetipi (sia quello dello stesso regista tedesco sia quello del collega polacco), un deficit di originalità che non può non risaltare rispetto ai modelli.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta