Regia di Edgar Reitz vedi scheda film
Il silenzio è quello che sconta il povero Reinhard, sul fondale del lago Ammersee, in compagnia dei pesci. Ma l'epoca del silenzio è anche quella in cui Hermann perde l'illusione di poter fare vera arte (nonostante che cominci finalmente a portare a casa dei soldi), sua moglie Schnusschen perde l'illusione dell'amore coniugale, Clarissa rinuncia all'amatissimo violoncello, suo marito Volker perde la fiducia nell'amicizia (si sente "tradito" anche da Hermann) e Rob perde addirittura la vista, che riacquisterà proprio grazie ad un "miracolo" dell'amico Reinhard. Apre invece gli occhi Esther (l'unica a compiere un cammino inverso rispetto agli altri personaggi: da Venezia indietro in patria), che vede la Germania attuale come una maschera tesa a nascondere il suo tragico passato. Quella di Hermann è una generazione che ha subito, senza viverli direttamente, i danni della dittatura e della guerra, e che è arrivata già "vecchia" al Sessantotto, come dimostra il patetico impegno politico di Helga e dei suoi amici della Lega Socialista Studentesca. Alti e bassi per uno degli episodi cruciali della seconda serie di Heimat. E l'archetipo resta comunque inarrivabile.
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