Regia di Romano Scandariato vedi scheda film
Medioevo. Un fanfarone vuole far sua una donna sposata. Grazie a una vaga somiglianza riesce a spacciarsi per il frate esorcista e guaritore Tazio, da Velletri; pian piano si avvicina alla sua preda, conquistando una lunga serie di altre donne.
Caso atipico: un decamerotico interamente dedicato a una sola storia e non composto da più novelle (con tanto di pretesto letterario, in genere) sparse in miniepisodi. Manca così il nome che 'nobiliti' l'operazione: Boccaccio, Pietro l'aretino o simili in questa occasione sono lasciati riposare in pace, e a ben vedere la sceneggiatura originale di Gustavo Palazio e Leo Chiosso (proprio lui! L'autore e amico di Fred Buscaglione) non ha nulla da rimpiangere per questa assenza, anzi. La trama, lineare e sempliciotta, per lo meno fila diritta per tutta l'ora e mezza di durata della pellicola e non c'è alcuna volontà di mitigare o mascherare le (non grevissime, va riconosciuto) volgarità messe in campo; un altro fattore che sicuramente colpisce è la gustosa scelta di circonferenze mammellari notevolmente più generose rispetto a quelle usualmente sfruttate sui set nostrani per questo tipo di film. Un erotismo blando, più nelle parole che nelle immagini, a dispetto del titolo pesantemente allusivo (nel gergo popolare il frate da Velletri non è esattamente Tazio, per chi non sapesse) per questo che è l'esordio dietro la macchina da presa di Romano Scandariato, più spesso arruolato come sceneggiatore o assistente alla regia. Cast di seconde e terze linee, nel complesso non così male: Glauco Onorato, Remo Capitani, Christa Linder, Pietro Ceccarelli, Margaret Rose Keil, Attilio Dottesio, con un cameo del regista Massimo Pirri. Non male anche le musiche debitamente allegrotte di Carlo Savina. 2,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta